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Questo articolo è stato pubblicato il 26 giugno 2014 alle ore 09:23.
I consulenti del lavoro potranno scioperare. La Commissione di garanzia per l'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali ha, infatti, approvato il codice di autoregolamentazione.
La proclamazione dell'astensione collettiva spetta al Consiglio nazionale e «alle organizzazioni di riferimento della categoria». La proclamazione, per ciascun periodo di astensione, deve essere comunicata almeno 15 giorni prima alla Commissione di garanzia. Devono inoltre essere informate anche le istituzioni destinatarie dell'astensione, dall'agenzia delle Entrate all'Inps. Lo sciopero, fino a un massimo otto giorni lavorativi consecutivi non superabili comunque nell'arco del mese anche in caso di proteste plurime, può essere articolato sul piano nazionale o territoriale. «Abbiamo dotato la categoria - ha dichiarato il presidente del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro, Marina Calderone - di uno strumento indispensabile per dare voce alle giuste rimostranze verso situazioni burocratiche che paralizzano le attività di aziende e studi professionali. I nostri iscritti potranno legittimamente astenersi dalle prestazioni professionali nell'ambito delle previsioni del codice appena approvato».
«L'astensione - prevede il codice - può riguardare tutte le attività obbligatorie dei consulenti del lavoro». Sono escluse: la presentazione delle dichiarazioni annuali riferite alla gestione del rapporto di lavoro (per esempio, il prospetto disabili o la liquidazione del premio Inail); l'elaborazione e l'invio delle denunce contributive mensili; la compilazione del libro unico del lavoro mensile, la comunicazioni di assunzione. Con una clausola "generale", infine, lo sciopero non può interessare tutte le scadenze predefinite la cui inosservanza possa portare a sanzioni amministrative per il contribuente. In questo passaggio il codice di autoregolamentazione dei consulenti del lavoro sembra riproporre le prescrizioni per l'astensione dei commercialisti, che ha però suscitato le critiche delle associazioni sindacali di categoria essenziali del 15 maggio scorso.
Sempre sul fronte della vita professionale, ieri è stata annunciata un'altra importante novità per i consulenti del lavoro: la "busta arancione", che è stata consegnata ai presenti al congresso. Si tratta del prospetto contenente le informazioni riguardanti il montante contributivo previdenziale, la decorrenza della pensione e la stima della rendita. Uno strumento importante per acquisire la consapevolezza del proprio futuro previdenziale e valutare l'opportunità di integrare i versamenti contributivi per assicurarsi una pensione più consistente. La busta arancione, come ha dichiarato Alessandro Visparelli, presidente dell'Enpacl, l'ente previdenziale di categoria, sarà spedita a tutti i consulenti e «ogni anno manderemo un aggiornamento della propria situazione previdenziale». L'iniziativa dell'Enpacl costituisce un esempio positivo in ambito previdenziale, tanto più che a livello generale, vedasi Inps, della busta che dovrebbe riassumere le posizioni previdenziali aperte anche presso diversi enti, si parla da anni, ma finora il governo, nonostante le rassicurazioni arrivate dagli ultimi tre ministri competenti (Elsa Fornero, Enrico Giovannini, Giuliano Poletti) non ha ancora dato il via libera.
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