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Questo articolo è stato pubblicato il 23 maggio 2010 alle ore 21:20.
Il ministro dell'Interno americano, Ken Salazar, si è detto «molto arrabbiato e molto frustrato» con il gruppo petrolifero britannico BP, responsabile della marea nera nel Golfo del Messico,che dopo essere fuoriuscita da una piattaforma incendiata ha provocato un enorme danno ambientale.
Salazar - che ha tenuto una conferenza stampa in Louisiana - ha accusato la BP di venir meno «scadenza dopo scadenza» agli impegni presi. «Se la BP non onorerà gli impegni assunti - ha affermato Salazar - se scopriremo che non sta facendo ciò che si suppone debba fare, la metteremo da parte».
Una delegazione di alto livello dell'amminstrazione Obama si è recata nel pomeriggio sulle coste del Golfo del Messico per valutare di persona le conseguenze della marea nera. Ne fanno parte, oltre allo stesso Salazar, il ministro della Sicurezza interna, Janet Napolitano, e il direttore dell'Epa, l'Agenzia per la protezione dell'Ambiente, Lisa Jackson. Un sopralluogo aereo è previsto per domani. Per Salazar, la marea nera rappresenta per il gruppo petrolifero Bp una vera e propria "crisi esistenziale".
Sempre oggi un portavoce della Bp, John Curry, ha detto che il quantitativo di greggio pescato dal tubo inserito nel pozzo sottomarino sta diminuendo in modo significativo (guarda in diretta la fuoriuscita). Il sifone sarebbe riuscito a succhiare nelle ultime 24 ore circa 216mila litri di petrolio. Prima invece il tubo - lungo circa 1,6 chilometri che trasporta il greggio verso una nave serbatoio - era in grado di raccogliere circa 350mila litri di greggio al giorno.