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Questo articolo è stato pubblicato il 25 maggio 2010 alle ore 08:55.
Il congedo di Josè Mourinho dall'Inter, dopo due anni ricchi di successi in Italia e in Europa, si è consumato nel corso di una cena di tre ore con il presidente nerazzurro Massimo Moratti nella residenza di famiglia in via Serbelloni, in pieno centro di Milano.
Moratti ha riferito ai giornalisti che l'atteggiamento di Mourinho è stato quello di una persona che pensa di andare al Real Madrid.
«È stata una chiacchierata interessante, volevo conoscere la sua situazione», ha aggiunto Moratti, il quale spera che «continui un rapporto interessante con Mourinho, perché‚ possano arrivare dei consigli sull'Inter da una persona che qui ha lavorato molto bene».
Quanto al successore del portoghese, ha dichiarato: «Non mi sono dato dei tempi, è una scelta da prendere con attenzione e calma, per il bene dell'Inter». Moratti ha poi assicurato di non essere al corrente dell'apertura di Fabio Capello nei confronti dell'Inter, ma non ha negato il suo apprezzamento per l'attuale ct dell'Inghilterra: «Avevamo già avuto contatti in passato e può essere interessante».
Il presidente nerazzurro ha ribadito che la clausola di rescissione da 16 milioni di euro con cui l'allenatore può liberarsi dal suo contratto con il club nerazzurro, che scade tra un anno, «ha la sua validità, ma non è Mourinho la persona con cui devo parlarne». Nei prossimi giorni Moratti, o un suo intermediario, ne discuterà con il presidente del Real Madrid Florentino Perez.
Prima di allontanarsi a bordo della sua auto, Moratti si è lasciato sfuggire un piccolo sfogo: «Comunque non mi faccio più prendere in giro da nessuno».
Più laconico era stato Mourinho nel lasciare, alle 23.10, la residenza di famiglia dei Moratti. «Mi è piaciuto tanto mangiare con il mio presidente», si era limitato a dire. Nello stesso palazzo di via Serbelloni, quasi esattamente due anni fa - il 27 maggio 2008 - Moratti incontrò Roberto Mancini per sancire il divorzio che aprì la strada proprio all'arrivo di Mourinho, il 2 giugno. Ieri, del resto, il tecnico portoghese aveva già parlato da allenatore del Real, spiegando che «il Bernabeu sarà la mia casa» e che «è una grande sfida contendere la Liga a una supersquadra come il Barcellona e cercare di vincere una Champions».