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Questo articolo è stato pubblicato il 25 maggio 2010 alle ore 08:03.
L'amministrazione Obama ha annunciato ieri un aumento del coinvolgimento militare degli Stati Uniti nella Corea del Sud, in risposta all'escalation delle tensioni tra il governo di Seul e il regime di Pyongyang. Il leader nordcoreano Kim Jong-il ha ordinato ai suoi militari di mettersi sul piede di guerra, rivela l'agenzia sudcoreana Yonhap, citando fonti della Corea del Nord.
L'America ha dichiarato che parteciperà a esercitazioni militari navali con la marina sudcoreana per rafforzare le difese del paese, impedire possibili attacchi di sottomarini nordcoreani e intercettare materiale nucleare diretto verso la Corea del Nord. La presa di posizione del governo americano segue l'annuncio di pesanti sanzioni commerciali contro Pyongyang da parte del presidente della Corea del Sud, Lee Myung-bak, ritorsione contro un attentato alla nave militare sudcoreana avvenuto il 23 marzo scorso.
Ieri il segretario delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, già ministro sudcoreano, ha previsto l'adozione di misure punitive nei confronti della Corea del Nord da parte del Consiglio di sicurezza dell'Onu. «Le prove della responsabilità di Pyongyang sono palesi e preoccupanti», ha detto. La notizia delle ritorsioni sudcoreane ha raggiunto il segretario di stato Hillary Clinton a Pechino, dove si trova per partecipare a una serie di negoziati sulla sicurezza e sui rapporti economici tra Cina e Stati Uniti. La Clinton ha cercato invano di strappare al governo cinese una condanna del regime di Kim Jong-il, alleato storico, per avere causato una situazione «estremamente precaria» nella regione, ma Pechino ha invitato alla moderazione. «Posso dire - ha detto tuttavia Hillary Clinton - che la Cina riconosce la gravità della situazione».
Le tensioni nella penisola coreana sono aumentate lunedì quando il presidente della Corea del Sud, Lee Myung-bak, ha annunciato misure punitive che faranno precipitare un paese già povero e affamato in condizioni economiche disperate. Il blocco commerciale priverà il Nord di un flusso di introiti pari a 253 milioni di dollari, il 14,5% delle esportazioni totali, e impedirà alle navi cargo nordcoreane di transitare nelle acque sudcoreane, costringendole a percorrere rotte più lunghe. L'unico legame economico tra le due nazioni resterà il parco industriale costruito nella Corea del Nord vicino al confine, più l'aiuto umanitario per l'infanzia.