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Questo articolo è stato pubblicato il 02 giugno 2010 alle ore 17:14.
L'Italia si è allineata agli Stati Uniti e ha votato contro la risoluzione del Consiglio dei diritti umani dell'Onu approvata oggi a Ginevra, che chiede l'istituzione di "una missione di inchiesta internazionale" sull'assalto israeliano alla "Freedom Flotilla". Lo ha confermato oggi la Farnesina. La risoluzione è stata approvata con 32 voti a favore su 47. Oltre a Washington e Roma, ha votato contro anche un terzo Paese. Francia e Regno Unito si sono invece astenuti. In serata il premier israeliano Netanyahu ha confermato il blocco marittimo intorno alla Striscia di Gaza.
«Non era una crociera d'amore, una Love boat, era una crociera di odio. Non era una operazione pacifica, era una operazione terrorista», ha aggiunto Netanyahu per giustificare l'assalto dei commando israeliani alla Flotilla. «Israele è vittima di un assalto di ipocrisia internazionale», ha aggiunto ancora Netanyahu.
Intanto partiranno da Israele giovedì mattina, «entro le 9», i 6 italiani che ora si trovano ancora all'aeroporto di Tel Aviv, hanno riferito in serata fonti della Farnesina. Per loro si tratta della fine di un incubo lungo 56 ore. Dal momento del sanguinoso blitz della della marina israeliana contro la Freedom Flotilla, intorno alle 4 del mattino di lunedì, fino alla liberazione, oggi, poco dopo le 11 dal carcere di Beer Sheeva, dove hanno trascorso la notte. I sei attivisti italiani - Angela Lano, Marcello Faraggi, Giuseppe Fallisi, Manolo Luppichini, Manuel Zani e Ismail Abdel-Rahim Qaraqe Awin - hanno potuto riassaporare la libertà grazie all'espulsione immediata, senza passare per le vie giudiziarie, decisa in tarda serata dal gabinetto di sicurezza israeliano per tutti i 650 pacifisti fermati.
Inclusi anche quei 50 turchi che in un primo momento avevano rischiato di finire sotto processo per la reazione violenta all'assalto della Mavi Marmara, teatro della strage. Ma che poi hanno firmato un provvedimento amministrativo di espulsione. Sono stati loro, i primi, a lasciare il carcere nella notte. Quindi, è stato il turno di altri 126, tra cui giordani, turchi, europei, americani e di varie nazionalità arabe, giunti in Giordania a bordo di numerosi pullman.
Dopo un percorso in autostrada di circa un'ora