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Questo articolo è stato pubblicato il 02 giugno 2010 alle ore 10:58.
Il presidente dell'Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen (Mahmud Abbas), ha accusato oggi Israele di «terrorismo di stato» per il sanguinoso blitz contro una nave che trasportava attivisti filopalestinesi e aiuti diretti alla Striscia di Gaza. Intanto in Giordania sono arrivati i primi 126 (dei 650) attivisti espulsi. Liberati anche gli italiani.
«Chiederò azioni coraggiose a Obama per il Medio Oriente». Il presidente palestinese Abu Mazen (Mahmud Abbas) chiederà al presidente americano Barack Obama «decisioni coraggiose per cambiare il volto del Medio Oriente». Lo ha detto lo stesso Abu Mazen in apertura di una conferenza economica a Betlemme, in Cisgiordania. «Il mio messaggio a Obama durante il nostro incontro a Washington la prossima settimana sarà che noi abbiamo bisogno di decisioni coraggiose per cambiare il volto della regione», ha detto Abu Mazen.
Ieri il portavoce della Casa Bianca, Robert Gibbs, ha detto che i programmi per la visita di Abu Mazen a Washington il 9 giugno «restano immutati» dopo il sanguinoso blitz israeliano contro la flottiglia di attivisti filopalestinese. Stasera il presidente dell'Anp dovrebbe ricevere l'inviato Usa George Mitchell in vista del viaggio a Washington.
Per il 62,7% degli israeliani il blitz doveva essere condotto diversamente. Quasi la metà degli israeliani (il 46,7 per cento) ritengono necessaria un'inchiesta sul blitz della marina nei confronti della 'Freedom Flottilla' diretta verso Gaza, conclusosi con la morte di nove persone. Lo ha rilevato un sondaggio condotto dal quotidiano Maariv. Fra gli intervistati, il 62,7 per cento ritiene che l'intervento militare nei confronti delle navi degli attivisti filo-palestinesi doveva essere condotto diversamente. Dal sondaggio risulta tuttavia che la grande maggioranza degli israeliani non ritiene necessarie le dimissioni del premier Benyamin Netanyahu e del ministro della difesa Ehud Barak. Quest'ultimo è tuttavia contestato apertamente anche nel partito laburista, da lui guidato: le sue dimissioni sono invocate oggi dal deputato Daniel Ben Simon e dall'ex segretario del partito, Ophir Pines.
Liberati gli attivisti italiani. Sono stati rilasciati e sono in viaggio verso la Turchia i sei italiani detenuti da lunedì in Israele, con altre centinaia di attivisti filopalestinesi, dopo il sanguinoso blitz contro la flottiglia di aiuti in navigazione verso la Striscia di Gaza. I sei - Giuseppe Fallisi, Angela Lano, Marcello Faraggi, Manolo Luppichini, Manuel Zani e Ismail Abdel-Rahim Qaraqe Awin - sono stati caricati su un pullman con altri attivisti stranieri, sotto scorta e senza possibilità di contatti con l'esterno. All'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, dove è prevista la presenza di rappresentanti diplomatici italiani, li attende un volo verso la Turchia, da dove proseguiranno per l'Italia. Oltre cento attivisti che si trovavano a bordo della flottiglia fermata dalle forze israeliane e rimasti in stato di fermo fino alla notte scorsa sono giunti in Giordania dopo essere stati espulsi da Israele. Lo rendono noto le autorità di Amman, precisando che si tratta di circa 126 persone, tra cui attivisti giordani, turchi, europei, americani e di varie nazionalità arabe, giunte in Giordania a bordo di numerosi pullman. Ad attenderli al valico tra Giordania e Israele hanno trovato numerosi esponenti politici ed attivisti dell'opposizione giordana, che al loro arrivo hanno scandito slogan contro Israele e a favore di Gaza.