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Questo articolo è stato pubblicato il 03 giugno 2010 alle ore 17:49.
Sciopero di tutti i magistrati contro gli effetti della manovra varata dal governo, che contiene misure «ingiustamente punitive». Lo ha deciso la giunta dell'Anm. Tempi e modalità dell'astensione dal lavoro delle toghe saranno decisi sabato dal «parlamentino» del sindacato delle toghe. Il «pacchetto» che i vertici dell'Anm proporranno tra due giorni al comitato direttivo centrale prevede anche giornate di protesta e mobilitazione con «sospensione delle attività di supplenza».
Il Comitato «ribadisce l'assoluta contrarietà alle misure eccessivamente penalizzanti per i magistrati contenute nel decreto legge che, invece, non incide su alcuna delle fonti di spreco delle risorse del settore più volte segnalate». «Partecipare consapevolmente allo sforzo di risanamento richiesto al Paese - si sottolinea nella nota - non significa accettare tagli iniqui alle retribuzioni e un'ulteriore destrutturazione del servizio giustizia».
Se la manovra economica 2011-2012 approvata dal Governo non sarà modificata nel corso dell'iter parlamentare del decreto, «le farmacie private a rischio di immediata chiusura sarebbero circa il 25%, dislocate in tutte le regioni».
In agitazione anche i farmacisti. Se la manovra economica 2011-2012 approvata dal governo non sarà modificata nel corso dell'iter parlamentare del decreto, «le farmacie private a rischio di immediata chiusura sarebbero circa il 25%, dislocate in tutte le regioni».
Con il risultato che «quasi 1 milione di cittadini, sui 4 milioni che ogni giorno si recano in una farmacia, verrebbero privati di un servizio di assistenza primario e fondamentale». È l'allarme lanciato giovedì mattina, nel corso di una conferenza stampa organizzata da Federfarma Lazio, dai responsabili regionali della federazione nazionale dei titolari di farmacia italiani (Federfarma), preoccupati che le «penalizzanti» misure contenute nella manovra costringeranno molte farmacie, soprattutto nei piccoli centri, ad abbassare definitivamente la saracinesca.
Con un serio danno per la «collettività» e con ricadute occupazionali: si stima infatti che potrebbero perdere il loro posto circa 18 mila lavoratori, in media uno per ogni farmacia privata. «Se la manovra fosse approvata dal Parlamento così come è uscita da Palazzo Chigi - sottolineato i responsabili regionali - i primi a risentirne sarebbero proprio i cittadini, in particolare gli over 65 - che avrebbero difficoltà non solo a reperire i farmaci, anche quelli più comuni come i cardiovascolari, gli antibiotici, gli analgesici, gli oncologici o quelli per diabetici, ma addirittura a trovare una farmacia aperta nelle vicinanze».