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Questo articolo è stato pubblicato il 04 giugno 2010 alle ore 20:46.
LONDRA - Il suo mantra è : non sono un socialista, credo nel libero scambio e nei mercati aperti. Scuse, se così si può dire, non richieste. Ma forse inevitabili per chi come lui ha la percezione di portarsi dietro qualche peccato originale. Non solo perché a 67 anni è il nonno del governo Cameron, ma anche perché il ministro dell'Industria Vince Cable del governo Con-Lib è l'esponente che ha più radicati legami con i Lab. Era laburista il successore di Peter Mandelson di cui si vanta d'essere migliore almeno come ballerino, passione condivisa. Era, infatti, l'advisor per gli affari economici di John Smith quando l'uomo che per una breve stagione divenne leader del Labour era al governo, nell'era politica pre thatcheriana. Poi, Vince Cable, ha seguito al Banda dei Quattro e ha contribuito a fondare il partito socialdemocratico, pietra angolare dei Liberaldemocratici di oggi. Nella sua marcia al centro – la politica nella sua vita ha conosciuto una pausa solo quando è stato docente alla London school of economics e chief economist di Shell - s'è guadagnato l'epiteto di neo-liberaldemocratico affibbiatogli dal Guardian, da sempre vicino al Labour e poco incline alla strana coalizione di destra – centro che guida Londra.
Ma Vince Cable ha avuto il plauso di un'altra gloriosa testata, il Financial Times che ha letto nel suo approccio a tratti dirigista una politica industriale pragmatica, buona per ridare fibra al tessuto economico indebolito da una crisi che ha svelato la fragilità della finanza e il baratro di un'industria manifatturiera scarsa. Vince il favorito, ci vuole mettere mano. Ed è favorito, dagli elettori, proprio per questo suo interventismo fuori dagli schemi. Dopo Alistair Darling apprezzato Cancelliere dello Scacchiere di Gordon Brown, era Vince Cable il preferito dagli inglesi per il numero 11 di Downing street. Molte lunghezze avanti a George Osborne che è oggi il vicino di casa di David Cameron.
Vince ci aveva sperato, per un istante. Poteva toccare a lui il Tesoro. E invece s'è accontentato dell'Industria che ha ribattezzato il "ministero per la crescita economica". Da lì vuole pilotare il riscatto inglese e guadagnarsi una fetta di celebrità magari più solida di quella di premier e vice premier. E' un personaggio e come tale spesso indugia in qualche gigioneria populista. Molti sostengono che la più azzardata della serie sia nascosta dietro l'idea di riformare le banche dividendo il retail dalle attività di investimento. Vince Cable ci crede e giura che di guascone non c'è nulla, ma solo la ricetta per un'economia finanziaria più sana. Gli elettori ci credono, gli opinion maker cominciano a rifletterci.