Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 07 giugno 2010 alle ore 18:39.
AMSTERDAM - Zineb, Naja e Miriam sono tre studentesse di origini marocchine che, alla vigilia delle elezioni politiche in Olanda, non hanno alcuna paura di Geert Wilders, leader del partito xenofobo Pvv, e dei suoi proclami anti-immigrati. Alla Vu University di Amsterdam, dove studiano scienze politiche la prima e giurisprudenza le altre due, parlano con competenza e serenità di questo voto e delle loro preferenze. «Wilders è abile nei dibattiti, alcuni punti del suo programma, come la tutela dei pensionati e della sanità, sono persino condivisibili. Ma le sue uscite piene di odio contro gli stranieri fanno sì che non venga preso sul serio», commenta Zineb, 20 anni e un buon inglese.
«Quello che dice non è realistico, se vorrà davvero entrare in una coalizione di governo dovrà fare passi indietro e sconfessare molte delle sue dichiarazioni», aggiunge Naja, che indossa il velo come Zineb. Wilders ha paragonato il Corano al Mein Kampf di Hitler, ed è sotto processo per istigazione all'odio razziale a causa del suo documentario Fitna.
Le tre ragazze voteranno Pvda, il partito socialista guidato dall'ex sindaco di Amsterdam Job Cohen: «Lui non ha molta esperienza né carisma, ma è aperto e intelligente. E poi è importante non disperdere i voti puntando sui Verdi o altri partitini, favorendo così i liberali del Vvd, troppo business oriented e incuranti dei temi sociali», dicono quasi ragionando tra loro a voce alta.
Miriam, la più timida e l'unica senza velo, è anche la più giovane con i suoi 19 anni. Le chiedo come mai non ha ancora il capo coperto: «Per ora non me la sento», dice scuotendo i ricci neri. «È un passo difficile - intervengono le altre due – che non va fatto per accontentare i genitori o gli amici. L'Islam è qualcosa che si ha nel cuore e il velo si indossa quando si è pronti a farlo».