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Questo articolo è stato pubblicato il 07 giugno 2010 alle ore 16:37.
Pieno sostegno di Confindustria al piano di tagli del governo «necessari e fondamentali per la tenuta dei conti pubblici». La presidente Emma Marcegaglia, intervenuta all'assemblea di Federchimica, invita l'esecutivo «a resistere seriamente rispetto a chi vuole far ridurre la portata della manovra», dato che «chi protesta contro questi tagli dice una cosa contro il paese». Anzi, Marcegaglia insiste e rilancia, sostenendo che «i tagli vanno fatti ancora di più: avere i conti pubblici in equilibrio è essenziale e chiediamo alla politica di fare scelte molto precise, anche impopolari, se necessario. Ma ora bisogna pensare alla crescita».
Magari non sarà la manovra la migliore sede per pensare alla crescita, afferma la presidente di Confindustria, ma «ovviamente l'intervento per la crescita lo dovrà fare la politica. Da parte nostra noi lavoreremo su noi stessi, ma bisogna snellire la burocrazia, lo Stato e ridefinire i confini della sua presenza ora troppo ampia e riavviare gli interventi per le infrastrutture».
Confindustria si schiera poi a favore della proposta del ministro del'Economia, Giulio Tremonti, di rivedere l'articolo 41 della Costituzione per dare più libertà d'impresa, «una libertà d'impresa più profonda: è una proposta che condividiamo e la sosterremo», mentre sul fronte europeo Marcegaglia chiede uno scatto in avanti nell'integrazione del Vecchio Continente, in ordine all'economia, alla politica, al fisco. Il rischio contrario, sostiene la presidente degli industriali, «é quello di una crisi profonda e strutturale dell'Europa». Per Marcegaglia, perciò, «gli Stati europei devono rinunciare a un pezzo della loro sovranità e il processo di costruzione europea non può fermarsi qui, perché «questa costruzione non può reggere». Dopo le dimissioni di Claudio Scajola da ministro dello sviluppo economico, Marcegaglia chiede che inoltre non ci siano «rallentamenti e ripensamenti sulla strategia per il ritorno al nucleare»: «Il governo deve andare avanti in modo deciso e spedito».
Critiche aperte, invece, su Basilea 3 (le nuove regole sul capitale e la liquidità delle banche che dovrebbero entrare in vigore per la fine del 2012), la cui applicazione «costerebbe tra i 250 ed i 400 miliardi di euro, che ammazzerebbe il principio di ripresa in atto in Europa». «Siamo già in condizioni di restrizione del credito. Con ulteriori regole - ha detto Marcegaglia - rischiamo di soffocare le imprese e di ammazzare i piccolissimi segnali di ripresa. Ne ho parlato anche con il presidente Berlusconi. Cerchiamo di sostenere questa tesi anche in sede europea».