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Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2010 alle ore 08:05.
Trema tutta la Roma che conta, per l'inchiesta di Perugia. Il lavoro dei pubblici ministeri Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi ha ormai un raggio così ampio da poter trovare di tutto. L'obiettivo prioritario è dimostrare le accuse e le ipotesi investigative contro l'ex numero uno del Consiglio superiore dei lavori pubblici, Angelo Balducci, e degli altri indagati della «cricca». I risultati dell'inchiesta, svolta con i Ros dei Carabinieri e la Guardia di Finanza, cominciano ad arrivare: come la scoperta di un presunto prestanome di Balducci, Fernando Mannoni, collaboratore del commercialista Stefano Gazzani. A lui sarebbero riconducibili numerosi conti correnti della famiglia dell'ex dirigente dei Lavori pubblici.
Gli investigatori sono arrivati a Mannoni verificando i 34 faldoni sequestrati a Gazzani. Ora si tratta di vedere quali sono i passaggi di soldi. E quantificare l'ammontare effettivo della ricchezza patrimoniale finanziaria di Balducci, ma anche e soprattutto la sua provenienza. Poi occorre fare l'incrocio dei nomi. E capire perché un collaboratore del commercialista Stefano Gazzani, a sua volta consulente dell'imprenditore Diego Anemone, è prestanome per le risorse finanziarie di Angelo Balducci, responsabile di molti appalti concessi ad Anemone. Il cerchio sembra stringersi. La tesi della «cricca» potrebbe essere dimostrata, intanto, con i passaggi di denaro. In assenza, va aggiunto, di una concreta collaborazione dei principali accusati con gli inquirenti.
Balducci, per ora, non ci pensa proprio. Anemone, attraverso i suoi legali, è sulla stessa linea, ma con meno rigidità. Anche perché deve affrontare una scadenza molto rischiosa. Domani, infatti, si svolge davanti al gip di Perugia, Massimo Ricciarelli, l'udienza per la richiesta di commissariamento delle aziende di Anemone, presentata dalla procura. In caso di sì, per l'imprenditore romano sarebbe una stangata. Fino all'ultimo, insomma, è possibile che decida di parlare. Certo, il vero uomo che sa tutto è Balducci. Ma anche il patrimonio informativo di Anemone potrebbe essere molto rilevante ai fini dell'inchiesta.
C'è poi da fare i conti con i documenti in cui gli inquirenti si imbattono o che giungeranno sui loro tavoli: quelli, appunto, che fanno temere i vip e gli uomini di potere a Roma. Potrebbe bastare l'elenco dei proprietari degli immobili acquistati a prezzo fuori mercato da Propaganda Fide, il dicastero delle missioni della Santa Sede, un patrimonio immobiliare di migliaia di unità. Liste magari senza alcun risvolto penale ma che ormai costituiscono mine vaganti in grado di distruggere l'immagine di chiunque. Un incubo, ormai, per più di qualcuno.