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Questo articolo è stato pubblicato il 09 giugno 2010 alle ore 10:14.
«Yes we Kan!»: con una strizzatina d'occhio allo slogan elettorale di Obama, sono comparse magliette che inneggiano alle opportunità che si aprono in Giappone con il nuovo governo di Naoto Kan. Ne è un segnale la novità assoluta nell'esecutivo che il primo ministro giapponese ha presentato ieri all'imperatore: una donna che, a 42 anni, rappresenta non solo il più giovane esponente del dicastero, ma anche il primo membro di un governo nipponico ad avere origini cinesi.
Si fa chiamare solo con il nome proprio, Renho, ed è una ex modella e annunciatrice televisiva. Il cognome originario è Hsieh Lien-fang: padre taiwanese e madre giapponese, ha ottenuto la cittadinanza da adolescente, quando frequentava le scuole superiori. Kan le ha affidato il ministero delle riforme amministrative, ossia della "rivitalizzazione governativa" finalizzata a far funzionare meglio la macchina dello stato cercando di eliminare gli sprechi di risorse pubbliche. Sposata, due figli, Renho non è una debuttante della politica: fa parte della Camera alta e non ha conquistato a caso il posto di testimonial della trasparenza nell'azione di governo. La sua popolarità ha avuto un'impennata alla fine dell'anno scorso grazie alla grinta – certo telegenica – con cui ha messo sotto torchio numerosi burocrati, come membro di una commissione incaricata di vagliare i capitoli inutili di spesa del bilancio statale. Una determinazione che ha spiazzato uomini di apparato interessati a difendere a priori le loro prerogative nella fissazione dei budget settoriali.
La scelta di Kan diventa così simbolica della volontà di riportare in sede politica la fissazione delle priorità e delle strategie nazionali, spesso "confiscate" in sede tecnica. Un compito che Renho condividerà con un altro "giovane", il 46enne Koichiro Genba, titolare di un dicastero specificamente incaricato di riformare la burocrazia. Di una ottimizzazione delle risorse avrà certo bisogno il governo di Naoto Kan, che venerdì annuncerà al Parlamento qualche dettaglio di un programma somigliante alla "terza via" che aveva propugnato in passato da oppositore: combinare, in contemporanea, crescita economica, consolidamento fiscale e sicurezza sociale. Obiettivo arduo, che implica il non considerare più un tabù un'eventuale rialzo dell'imposta sui consumi. Ieri Kan ha dato un segnale preciso, mettendo in chiaro che «il ripristino della nostra salute finanziaria è indispensabile per la crescita economica»: a questo fine il portafoglio delle Finanze è stato assegnato a un esperto di solida reputazione come Yoshihiko Noda.