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Questo articolo è stato pubblicato il 10 giugno 2010 alle ore 08:03.
Ogni tanto succede. Dal magma della società civile emerge un outsider, a volte un autodidatta, capace di vedere quello che sfugge ad accademici troppo chiusi nelle mura delle università. Edward Hugh, 61 anni, «catalano di origini britanniche» – come ama descriversi - una vaga somiglianza con Sean Connery, e professore part time per una vita, è uno di questi: il pluri-blogger è riuscito a superare l'assordante "rumore" di internet ed è oggi ascoltato anche dalle grandi istituzioni internazionali, come l'Fmi.
È un vero exploit, il suo. Anche più significativo se si pensa a quanto poco originale sia il tema dominante del suo blog e degli allarmi da lui lanciati: l'impossibilità di funzionare dell'Unione monetaria e l'inevitabilità di una crisi. Trovare sostenitori di queste idee è facilissimo: si può scegliere tra i luminari come Martin Feldstein, l'ex direttore del National Bureau of Economic Research (Nber) di Washington, che ha dichiarato la morte dell'euro prima ancora che nascesse, o tra i tanti cittadini insoddisfatti di Eurolandia. Nessun sito è stato però così attento nel seguire le vicende della Uem, e dei paesi satelliti dell'Europa dell'Est come Edward.Hugh.Blog e i tanti altri da lui aperti. Da tempo la loro attenzione si è diretta su un punto nevralgico: Grecia, Portogallo, Irlanda, Italia e Spagna non possono svalutare la loro moneta e quindi dovrebbero "svalutare" la loro economia, attraverso prezzi e salari. Un compito quasi impossibile.
Nulla di particolarmente nuovo, in realtà. Gli economisti e gli analisti di mercato concentrati sul ciclo economico hanno però messo spesso in secondo piano questi nodi strutturali. «Perché qui - si è chiesto ancora Hugh parlando all'International Herald Tribune dell'Europa del Sud - non c'è stata convergenza verso gli altri paesi? È una questione di demografia. La popolazione invecchia, ci sono meno persone tra i 20 e i 40 anni che acquistano nuove case e quindi si risparmia di più. Più giovane è una nazione, più si è dipendenti dal credito per ottenere crescita». La "vecchia" Germania ha così risparmiato e ha potuto esportare tanto, mentre le giovani Grecia e Spagna hanno vissuto al di sopra dei propri mezzi.