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Economia Politica economica

Più poteri a Eurostat contro chi trucca i conti pubblici. Estonia nell'euro

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Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2010 alle ore 16:25.

Dopo i conti truccati della Grecia e i (fumosi) allarmi ungheresi, i ministri delle Finanze europei corrono ai ripari. Nella riunione di oggi a Lussemburgo hanno dato il via libera ad un rafforzamento di poteri di controllo di Eurostat sui conti pubblici nazionali. Grazie al nuovo regolamento approvato oggi, l'Istituto europeo di statistica potrà inviare suoi esperti per compiere verifiche sulla veridicità dei dati nazionali. Nessuna decisione, invece, sui fondi anticrack finanziati dalle banche e proposti dal commissario Michel Barnier nei giorni scorsi in vista della riunione del G20 di Toronto in calendario il 26 e il 27 giugno prossimi.

«Insisteremo su questo punto» ha assicurato Barnier, nonostante le posizioni contrarie, in particolare quella britannica. Il consiglio ha approvato anche le conclusioni sulla strategia Eu2020, la nuova Agenda di Lisbona, che indica le linee guida per lo sviluppo dell'economia e dell'occupazione nell'unione.


Il regolamento amplia anche il campo d'azione di Eurostat. I suoi controlli potranno riguardare non solo i numeri relativi alla politica di bilancio nazionale, ma anche quelli di alcuni organismi pubblici, in primo luogo quelli che gestiscono la previdenza sociale e la finanza pubblica a livello regionale. La necessità di rafforzare la funzione di audit di Eurostat è diventata inderogabile dopo che dopo l'esplosione del 'caso' Grecia. Cioè quando il cambio della guardia alla guida del governo di Atene ha portato alla luce che i conti pubblici erano stati sostanzialmente truccati per mantenere i dati relativi al deficit e al debito ampiamente al di sotto di quelli reali. Con i nuovi poteri, ha affermato la ministra francese Christine Lagarde, Eurostat «potrà interrogate tutti i soggetti che riterrà appropriati per verificare la veridicità delle cifre»: Tesoro, banca centrale, istituti di statistica...

I ministri finanziari dei 27 hanno anche nominato il tedesco Klaus Regling come amministratore delegato del nuovo fondo di salvataggio ('veicolo speciale') da 440 miliardi di euro varato a inizio maggio per arginare la crisi greca. Prima valutazione politica positiva, inoltre, per le manovre correttive di Portogallo, Spagna, Germania, Francia e Italia, anche se per il via libera formale bisognarà attendere la riunione dell'Ecofin di luglio.

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Intanto il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy ha annunciato che al consiglio europeo del 17 giugno presenterà un rapporto sul lavoro svolto dalla task force, da lui presieduta, che avrà il compito di «illustrare il sistema di guida e controllo del sistema finanziario economico».
La Task force guidata da Van Rompuy e composta dai 27 ministri dell'Ecofin, dai vertici Bce e della Commissione europea, sta lavorando sulla riforma del patto di stabilità e di crescita della Ue. A Lussemburgo nessuna decisione formale, ma i ministri si sono dichiarati d'accordo su una serie di misure: anticipare alla primavera di ogni anno il confronto europeo sulle linee generali delle leggi di bilancio nazionali, sulle sanzioni per i paesi che non rispettano gli impegni di consolidamento, accentuare la supervisione sull'andamento del debito pubblico ai fini dell'avvio delle procedure per indebitamento eccessivo. Scontata l'opposizione di Londra: il cancelliere dello Scacchiere George Osborne ha dato l'assicurazione «assoluta» alla camera dei Comuni che non presenterà alla Ue la legge di bilanci prima di presentarla ai parlamentari britannici.


L'Estonia diventa il 17esimo paese della zona euro
L'Ecofin ha anche dato il via libera all'ingresso dell'Estonia nella zona euro
. Il passaggio è decisivo, anche se mancano ancora l'ok dei capi di stato dei 27 e poi l'imprimatur finale dell'Ecofin a luglio. Tallinn può essere considerata la 17esima capitale della Ue che potrà utilizzare - dal 2011 la moneta unica. Un debutto in una fase delicatissima per l'euro, che potrebbe aver fatto optare gli Stati membri per un rinvio, concordano vari analisti. Ma il messaggio che le autorità Ue hanno voluto inviare è un altro, argomenta Matteo Ferrazzi dell'Ufficio Studi Unicredit: "La porta resta aperta per i paesi virtuosi".
E al momento l'Estonia, reduce da una drammatica crisi economica, è un esempio di virtù senza pari in Europa dal punto di vista fiscale, fa notare l'analista. "Il debito pubblico rimarrà quest`anno inferiore al 10% del Pil. La tenuta dei conti fiscali è avvenuta nonostante la recessione abbia colpito duro (la performance dell`economia estone nel corso del 2009 è stata tra le cinque peggiori al mondo - il Pil è crollato di oltre il 14%). Il rischio paese attribuito all`Estonia (se misurato con i Credit Default Swaps) è oggi però inferiore a quello attribuito all`Italia". Insomma, "l`Eurozona non sta quindi facendo accedere al suo club esclusivo un paese che corre il rischio di dover essere aiutato nel prossimo futuro, tutt`altro".


L'unico punto che poteva mettere in questione il nuovo ingresso era il trend dell'inflazione nel Paese baltico, al rialzo. La Banca Centrale Europea l'ha voluto sottolineare proprio nel giorno in cui la Commissione Ue ha raccomandato l'adozione dell'euro in Estonia, lo scorso 12 maggio. Ma i criteri di Maastricht sono stati rispettati - debito pubblico al 7,2% del Pil nel 2009, deficit all'1,7%, inflazione negativa malgrado la tendenza al rialzo - e a Bruxelles è prevalsa la volontà di dare un segnale positivo.
Con i suoi 1,3 milioni di abitanti, l'Estonia è la penultima economia nell'Ue per dimensioni e il suo ingresso peserà certamente meno di quello degli altri in attesa. Secondo UniCredit Research, l'adozione dell'euro per i rimanenti stati membri del centro-est Europa (prevista dal Trattato di adesione, ndr.) "è più una questione di 'quando' avverrà piuttosto che una questione di 'se' avverrà'". Gli altri due Baltici, Lettonia e Lituania, dovrebbero arrivare al traguardo nel 2013-14, anche l'Ungheria e la Bulgaria sono previste in entrata nell'euroclub nel 2014, la Romania nel 2015, mentre Polonia e Repubblica ceca non hanno ancora un data-obiettivo e si parla di 2015-2018.

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