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Questo articolo è stato pubblicato il 11 giugno 2010 alle ore 16:55.
MOSCA- «Giocare con un robot è molto difficile psicologicamente, non sai mai che cosa gli passa per la testa»: eppure Arkadij Dvorkovich, consigliere economico di Dmitrij Medvedev e grande appassionato di scacchi, ce l'ha fatta. O almeno, è andato in parità: uno a uno contro il primo robot russo che non solo ha il software per immaginare le mosse, ma si muove i pezzi da solo e azzera il timer. Giocando su tre scacchiere diverse.
Lo presenteranno ufficialmente la settimana prossima al Forum economico di Pietroburgo, mascotte del piano di modernizzazione della Russia che è diventato la priorità del Cremlino.
Nell'attesa, Dvorkovich ha sfidato il robot insieme ad Arina Shtypel, bimba prodigio di sette anni, e al grand master Igor Berdichevskij. Partite blitz da cinque minuti, al primo match Arina e Igor si rivelano troppo lenti per l'avversario ed Arkadij Dvorkovich va in parità solo grazie a una "svista" del robot, che aveva messo la regina nera al posto del re.
Ma il consigliere di Medvedev, accusato in questi giorni di giocare sporco per far confermare il proprio candidato alla guida della Fide, la Federazione mondiale degli scacchi, di fronte al robot è un galantuomo: «Lui gioca meglio», riconosce, tanto che nel secondo round i tre umani riescono a vincere solo unendo le forze e giocando simultaneamente. Troppo per il grand master meccanico.
Il suo inventore, Konstantin Kostenjuk, intende perfezionarlo per il primo campionato internazionale di scacchi per robot, che la Russia ospiterà il prossimo anno. Là agli uomini non resterà che fare da spettatori a tecnologie e software, e c'è chi dubita che un confronto tra giocatori che non esprimono emozioni possa risultare avvincente. Ma chissà, forse si arriverà anche a questo: per cominciare, Kostenyuk vuole insegnare al proprio pupillo a stringere la mano dell'avversario a fine partita. Magari con un bel sorriso.