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Questo articolo è stato pubblicato il 15 giugno 2010 alle ore 08:02.
Lo stock del debito pubblico italiano è salito in aprile a quota 1.812,790 miliardi rispetto ai 1.797,734 miliardi di marzo 2010 e i 1.749,288 miliardi di aprile del 2009: sono i dati di Bankitalia, contenuti nel supplemento al Bollettino statistico. Da essi risulta anche che il debito delle amministrazioni è aumentato rispetto a quello del mese precedente di 15,1 miliardi, raggiungendo con ciò un nuovo massimo storico in termini nominali. Naturalmente, il dato che conta dal punto di vista dell'analisi economica non è quest'ultimo ma il rapporto tra il debito e il Pil, che lo scorso anno si è attestato al 115,8% e che, in base ai dati della Ruef, dovrebbe concludere il 2010 a quota 118,4% con un incremento di 2,6 punti (al netto degli effetti dell'intervento a favore della Grecia che per l'anno in corso potrebbe essere pari allo 0,4% del Pil).
È questo rapporto che viene tenuto sotto stretto e costante monitoraggio non solo da Tesoro e Bankitalia ma anche dagli investitori internazionali, i quali detengono il 51% dei titoli del debito. Anche se, come ha fatto notare il governo italiano a Bruxelles, nel giudicare la situazione debitoria di un paese occorrerebbe tener conto anche della sua posizione debitoria complessiva: da questo punto vista va ricordato che le famiglie italiane hanno una ricchezza finanziaria e immobiliare che è pari a 5,5 volte il Pil, nonchè un livello di indebitamento molto inferiore rispetto a quello della media euro (60% del reddito disponibile contro 95% medio in Eurolandia) mentre anche le imprese italiane hanno un leverage inferiore alla media del'Eurozona; inoltre, il livello del debito netto estero dell'intera economia italiana è pari al 15% del Pil ed è fra valori più bassi in Europa a parte la Germania che ha una situazione netta fortemente creditoria.
La dinamica crescente del debito pubblico che porta a ciò che ogni volta scopriamo come un “massimo storico” riguarda il suo valore nominale: questo ha quasi ogni mese cresce con l'eccezione, di norma, del mese giugno – perché gli incassi relativi all'autotassazione eccedono le uscite e le nuove emissioni – e di quello di dicembre, sempre per gli incassi da autotassazione e per la riduzione delle attività che il Tesoro detiene presso la Banca d'Italia. Tornando ai dati del Bollettino, le Amministrazioni pubbliche hanno registrato un fabbisogno pari a 16,4 miliardi, 2,4 in meno rispetto al 2009; nei primi quattro mesi dell'anno è stato inferiore di 5,6 miliardi rispetto a quello dello stesso periodo dello scorso anno.