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Chiesto a Bp fondo da 20 miliardi

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Questo articolo è stato pubblicato il 15 giugno 2010 alle ore 09:10.

È guerra aperta fra amministrazione Obama e Congresso da una parte e la British Petroleum d'altra: gli Stati Uniti vogliono che la Bp finanzi al più presto con le somme stanziate per pagare i dividendi agli azionisti un fondo indipendente da 20 miliardi di dollari per coprire i danni del disastro ecologico. Se si procederà lungo questa strada, come sembra possibile, si tratterà di un nuovo duro colpo per la compagnia petrolifera che nella giornata di ieri ha sofferto perdite in borsa vicine al 10 per cento.

Proprio ieri del resto, durante una delle tappe del suo viaggio nella regione devastata dal disastro ambientale, in Mississippi, Barack Obama ha dato un'idea di quanto sia determinato nel voler punire la Bp. Ha dichiarato di avere dubbi «sull'efficacia con cui la compagnia sta organizzando il rimborso per i danni subiti dalle vittime di questo disastro». Ma il pezzo forte, gli attacchi frontali e le richieste formali, il presidente le riserverà a questa notte quando pronuncerà il suo primo discorso alla Nazione dall'Ufficio Ovale.

Il discorso sarà a tutto campo, sul disastro ambientale, il più grave nella storia americana, sulle responsabilità della Bp, sulle richieste dell'amministrazione, inclusa quella già avanzata da una lettera della leadership democratica del Congresso guidata dal senatore Harry Reid «per costituire un nuovo fondo di 20 miliardi di dollari». Ma Obama userà il discorso anche per rilanciare il programma di riforma energetica e aprire un nuovo fronte con i repubblicani in vista delle elezioni di novembre, quello per una riforma energetica immediata: «Questo disastro cambierà per sempre il modo in cui gli Stati Uniti pensano alle loro esigenze di approvvigionamento energetico, come l'attacco dell'11 settembre ha cambiato le nostre politiche per la sicurezza, …dobbiamo abbracciare un nuovo futuro...», ha detto ieri il presidente dal Mississippi.

Ampie anticipazioni fornite dall'amministrazione chiariscono già la portata del progetto del presidente americano. Questa notte Obama chiederà non solo di dirottare i dividendi sul nuovo fondo blindato, ma chiederà anche che il fondo sia gestito in modo autonomo da fiduciari scelti degli Stati Uniti. Domani durante un incontro alla Casa Bianca con il presidente di Bp Carl-Henric Svanberg, Obama formalizzerà le sue richieste. E secondo indiscrezioni, non si aspetta alcun negoziato. Indiscrezioni in arrivo dalla Casa Bianca anticipano che i vertici della compagnia hanno lavorato dietro le quinte e sono pronti all'idea di depositare i dividendi stanziati per il secondo trimestre in un escrow account, un conto "blindato".

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La forma giuridica del conto resta però da definire. La Bp, infatti, vuole semplicemente "congelare" i dividendi, circa 10 miliardi di dollari all'anno, 2,63 miliardi di dollari nel primo trimestre, per dare adeguate garanzie al governo americano. Provvederà poi a rimborsare le vittime del disastro con fondi stanziati ad hoc dalla compagnia. Il consiglio Bp avrebbe preso in considerazione tre opzioni: sospendere i dividendi per due trimestri, pagare i dividendi in azioni e accantonare il dividendo in un fondo blindato mentre prosegue la ripulitura delle acque del Golfo del Messico.

La Bp ha garantito che potrebbe arrivare entro giugno a raccogliere fino a 53mila barili al giorno, ma questa cifra è già superiore a quelle massime stimate finora per calcolare l'ammontare di petrolio in fuoriuscita dal pozzo danneggiato. «Siamo aperti a tutto - ha detto Andrew Gowers, portavoce di Bp - e attendiamo la discussione costruttiva di domani alla Casa Bianca». Ma Obama vuole dare un messaggio forte sul piano dell'immagine contro un'azienda che secondo lui si è resa colpevole nella migliore delle ipotesi di leggerezze imperdonabili e, nella peggiore di mala fede e di aperte violazioni della legge.

Proprio ieri il presidente della commissione di inchiesta del Congresso sull'esplosione nella piattaforma Deepwater Horizon ha inviato una lettera all'amministratore delegato della Bp Tony Hayward accusando la compagnia di aver preso decisioni errate o quanto meno «discutibili nei giorni e nelle ore immediatamente precedenti al disastro: la Bp - si legge nella lettera inviata ieri - sembra aver preso varie decisioni motivate da ragioni economiche, che hanno aumentato il rischio di catastrofici problemi al pozzo petrolifero».

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