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Questo articolo è stato pubblicato il 15 giugno 2010 alle ore 17:36.
Pensioni, si cambia. Il governo francese punta a far salire l'età pensionabile dagli attuali 60 anni a 62 entro il 2018. Lo ha annunciato il ministro del Lavoro, Eric Woerth, svelando una revisione radicale del sistema pensionistico. «È imperativo salvare il nostro sistema delle pensioni», ha detto Woerth in una conferenza stampa. «Lavorare più a lungo è inevitabile. Non esiste una soluzione magica. Tutti i nostri partner europei lo hanno fatto. Non è possibile restare ai margini di questo movimento», ha aggiunto il ministro transalpino. La riforma - ha sottolineato Woerth - contribuirà a ridurre il deficit di 0,5 punti da qui al 2013.
Parlare di innalzamento dell'età pensionabile è stato un tabù in Francia, dove il diritto alla pensione a 60 anni è stato sancito nel 1982 dall'amministrazione guidata dal presidente socialista Francois Mitterrand. Un disegno di legge in materia sarà presentato al Gabinetto del presidente Nicolas Sarkozy il mese prossimo, prima di andare in Parlamento a settembre, ma i sindacati hanno già promesso battaglia annunciando scioperi e proteste di piazza.
Come mai tutti questi cambiamenti? Davvero le attuali normative sulle pensioni sono arrivate al capolinea? Siamo andati ad analizzare tra le legislazioni pensionistiche dei principali paesi europei. Questo, è quello che prevedono.
Belgio. Pensionamento anticipato, a 60 anni, sia per gli uomini che per le donne, che hanno raggiunto almeno 35 anni di contributi. L'asticella per la pensione normale è, invece, fissata, per tutti, a 65 anni d'età (le donne ci sono arrivate lo scorso anno). Altra peculiarità del Belgio è che non prevede un pensionamento posticipato. Raggiunti quindi i limiti d'età ordinari, si lascia definitivamente il posto di lavoro. È consentito, tuttavia, il cumulo con il reddito da lavoro fino a un certo importo al di sotto del quale la pensione viene ridotta.
Germania. Qui, l'asticella per la pensione ordinaria è 67 anni, per uomini e donne. È possibile, però, anticipare l'età a 65 anni, se si hanno almeno 45 anni di contributi, provenienti anche da lavoro di cura ed educazione di bambini fino a 10 anni d'età. Mentre esiste una possibilità illimitata di posticipare la pensione, il sistema normativo tedesco ammette l'eventualità di terminare il lavoro a 63 anni, maturando almeno 35 anni di contribuzione (62 in caso di grave disabilità), con una pensione, quindi, di importo ridotto.