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Ecco che cosa chiederà l'Italia al vertice europeo sul nuovo patto di stabilità

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Questo articolo è stato pubblicato il 16 giugno 2010 alle ore 16:41.

Ricette anti deficit e rafforzamento del governo dell'economia. Se ne parlerà domani al vertice dei capi di Stato e di Governo di Bruxelles. Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha affermato ieri che l'Italia sarebbe pronta a porre un veto sulle nuove regole della finanza pubblica, nel caso in cui queste considerassero solo il debito pubblico - e non anche quello privato come chiesto dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti - fra i criteri per la valutazione del patto di stabilità degli Stati membri. Sempre ieri, il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, ha parlato di «comprensione e condivisione» da parte degli altri Stati alla proposta del ministro Tremonti. L'Europa sarebbe, insomma, disponibile a valutare il debito aggregato (debito pubblico più debito privato).


La discussione è tutt'altro che accademica. La valutazione del debito cambia, infatti, molto se si considera anche quello privato nel conteggio complessivo: secondo questo indicatore l'Italia risulta in una posizione migliore di molti altri paesi europei grazie alla forza del suo risparmio privato. La bozza di conclusioni del vertice di domani prevederebbe sanzioni per i paesi dell'Ue che non riusciranno a mettere in equilibrio i loro conti pubblici nel medio lungo termine. I capi di Stato e di governo dell'Unione dovrebbero inoltre chiedere che i futuri piani di bilancio siano presentati alla Commissione di Bruxelles per una valutazione preventiva. Il commissario europeo agli Affari monetari, Olli Rehn, evidentemente preoccupato di un eventuale nervosismo tedesco (per la Germania il debito é solo pubblico) ha affermato che sul caso la sua valutazione «è evolutiva». In vista del vertice europeo di Bruxelles, il presidente della Commissione europea, Jose' Manuel Durao Barroso, lancia intanto un appello: «Abbiamo bisogno di un segnale chiaro da parte del Consiglio europeo che le proposte che la Commissione presenterà a breve sulla regolamentazione dei mercati finanziari sarà adottata entro la fine del 2011».


Di regole si dovrebbe parlare anche al vertice del G20 dei capi di governo che si svolgerà a Toronto il 26 e il 27 giugno. Il Governatore di Bankitalia, Mario Draghi, ha enunciato i titoli dei capitoli centrali del pacchetto di riforme finanziarie: «La riforma di Basilea 2 per il settore bancario; le norme sui derivati meno controllati; le azioni da intraprendere per evitare i fallimenti degli istituti bancari di rilievo sistemico».

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I leader europei pensano a una tassa europea sulle banche, per assicurarsi che contribuiscano a pagare il prezzo della crisi. L'ideale, per i rappresentanti dell'Unione, sarebbe l'istituzione di una tassa a livello internazionale. Ma sanno che un consenso a livello mondiale non esiste, come ha dimostrato la recente riunione del G20 a livello dei ministri delle Finanze in Corea del Sud, a causa dell'opposizione di nazioni come il Canada, il Brasile, l'India e l'Australia. In queste condizioni, l'Europa si deve dunque muovere per prima e da sola. La bozza del testo finale del vertice di domani sottolinea che "il Consiglio europeo è d'accordo perchè sia introdotta una tassa sulle istituzioni finanziarie per garantire che contribuiscano a pagare il prezzo della crisi". I leader intendono chiedere ai loro ministri delle Finanze e alla Commissione europea di riferire sulla forma che una tassa del genere potrebbe prendere «nell'ottobre 2010».

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