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Questo articolo è stato pubblicato il 17 giugno 2010 alle ore 10:20.
Questa volta il si del Parlamento svizzero è definitivo. Non vi sarà referendum e dunque i 4450 nomi di clienti americani sospettati di reati fiscali saranno consegnati alle autorità Usa, come prevede l'accordo firmato nell'agosto dell'anno scorso da Berna e Washington.
Dopo un ping pong tra i due rami del Parlamento elvetico, è caduto l'ultimo ostacolo, appunto un eventuale referendum, che avrebbe inevitabilmente allungato i tempi, rendendo in pratica impossibile il rispetto della scadenza ultima per la consegna, cioè il 19 agosto prossimo.
Il Consiglio degli Stati (Senato dei Cantoni) si è da subito schierato per l'accordo e contro il referendum, il Consiglio Nazionale (la Camera dei Deputati) è arrivato dopo all'approvazione dell'accordo e voleva il referendum. La Conferenza di conciliazione tra i due rami del Parlamento federale ha deciso a maggioranza di respingere il referendum, decisione naturalmente avallata dal Senato ed alla fine approvata anche dalla Camera, con 81 si , 63 no, 47 astenuti.
I partiti di centro, cioè liberali, democristiani, borghesi democratici hanno tenuto fermo il loro si all'accordo, socialisti e verdi hanno fatto altrettanto con il loro no (a favore quindi del referendum), mentre il partito di destra Udc si è astenuto, fornendo in sostanza il via libera allo stop al referendum ed all'applicazione dell'accordo con gli Usa, a cui in un primo tempo la stessa Udc si era opposta.
La Ubs, che è la maggior banca elvetica, l'Associazione svizzera dei banchieri (Asb), Economiesuisse (l'associazione delle imprese elvetiche), hanno manifestato soddisfazione per la luce verde finale all'intesa con gli Usa. Il timore delle banche e delle imprese rossocrociate era che un ritardo di mesi nell'applicazione dell'accordo potesse suscitare nuovi attacchi al segreto bancario ed alla piazza finanziaria e potesse anche complicare i rapporti economici e commerciali con gli Stati Uniti.
Con il si finale del Parlamento, senza referendum, il Governo elvetico conferma su questo capitolo gli impegni presi in tema di maggiore collaborazione nella lotta all'evasione fiscale (con l'adesione ai criteri Ocse), senza peraltro eliminare il pur allentato segreto bancario.