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Questo articolo è stato pubblicato il 18 giugno 2010 alle ore 10:02.
La Banca d'Italia pubblicherà i risultati degli stress test condotti sul sistema creditizio nazionale e che documentano il buono stato di salute dei nostri istituti bancari. L'annuncio è arrivato dal governatore Mario Draghi in apertura della seconda conferenza annuale del progetto Efige.
«In Europa - ha chiarito il numero di via Nazionale - sta man mano maturando il consenso sulla pubblicazione degli stress test. Lo faremo sicuramente anche in Italia. Abbiamo tutto da guadagnarci. I Paesi con buone banche e un buon sistema finanziario hanno tutto da perdere dal contagio e dal non rilevare qual è esattamente la situazione. Questa è la maggiore fonte di incertezza in Europa».
Draghi ha poi sottolineato che «siamo sulla scia di una recessione globale» e la vera «sfida» ora è rafforzare la competitività. «Malgrado una struttura finanziaria con molti punti di forza», ha sottolineato il numero uno di via Nazionale, «l'Italia ha sofferto grandemente la crisi internazionale. Nel 2009 il Pil si è contratto del 5%, più di quello di ogni altro Paese in Europa, più di quanto mai registrato dai tempi della seconda guerra mondiale. E, nonostante la ripresa avviata nella seconda metà del 2009, la produzione industriale è ancora di un quinto sotto il picco ciclico segnato nella primavera del 2008».
Da qui l'esigenza di rafforzare la competitività del sistema economico in tutta Europa. «In una unione monetaria», ha avvertito l'inquilino di Palazzo Koch, «la scarsa competitività crea stagnazione, disoccupazione e, nel lungo termine, problemi di bilancio». Gli effetti e l'eredità della crisi sono lì a dimostrarlo. «Nel settore manifatturiero, quello colpito più pesantemente», ha rilevato Draghi, «le aziende più resistenti sono state quelle capaci di spostare le loro vendite sui mercati emergenti più dinamici e quelle con un alto grado di potere di mercato garantito dalla loro abilità di innovare e soddisfare le esigenze dei clienti». Non servono barriere. «Il protezionismo», ha avvertito il governatore, «rimane la risposta sbagliata» perché «il commercio è un potente motore di crescita. Esso - ha aggiunto il governatore - aiuta a rompere i monopoli locali, riduce i prezzi a beneficio di consumatori e aziende. La competizione internazionale favorisce i miglioramenti di produttività attraverso la riallocazione delle risorse dalle imprese meno efficienti a quelle più efficienti e spingendo le aziende a innovare».