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Questo articolo è stato pubblicato il 22 giugno 2010 alle ore 23:32.
«Noi siamo arrivati sulla luna per primi, ma voi ci battete in fatto di salsicce»: Nikita Khruscev aveva appena gustato il suo primo hot-dog in uno stabilimento agroalimentare dell'Iowa, nel settembre 1959, soltanto una settimana dopo l'arrivo sulla Luna del primo razzo lanciato dalla Terra, Unione Sovietica. Poi, visitando gli impianti Ibm, si narra che il leader sovietico fosse impressionato non tanto dai computer ma dalla caffetteria dell'azienda: tanto che ordinò di introdurre immediatamente in Urss una nuova invenzione, il self-service.
Sulle orme di Khruscev, Dmitrij Medvedev è partito per l'America. Si è lasciato alle spalle una vecchia Russia alle prese con una nuova crisi del gas, e tra la California e Washington cercherà suggerimenti per la nuova Russia che vuole costruire un'economia basata su tecnologie e innovazione. Altro che salsicce: in California Medvedev andrà in cerca di tutto ciò che al Cremlino considerano prototipo della Silicon Valley, ora che hanno compiuto la scelta di costruire alle porte di Mosca, a Skolkovo, la loro città del futuro. Sanno di aver bisogno delle tecnologie occidentali, per fare in fretta: passando da Stanford, il presidente russo ha appuntamento con i dirigenti di Twitter, Cisco, Apple. Anche con Eric Schmidt di Google, snobbando il confondatore Serghej Brin, emigrato a sei anni dall'Unione Sovietica. Anni fa, puntando il dito contro la corruzione nel proprio paese natale, Brin l'aveva definito una "Nigeria con la neve", controllata da una "banda di cow-boy criminali". Innovazione o no, non ci sarà un incontro tra i due.
Invitando Medvedev, Barack Obama aveva detto in un'intervista di augurarsi che il presidente russo possa vedere «come la rete di università, investitori privati e mondo degli affari sia riuscita a creare alcune delle invenzioni più straordinarie di questi anni». Lo aspetterà poi a Washington, il 24 giugno, e l'obiettivo della visita a quel punto sarà mostrare ad americani e russi che il "reset" ha degli indubbi vantaggi economici e commerciali per i due paesi, creando anche posti di lavoro. I russi vogliono provarlo finalizzando un accordo per l'acquisto di 65 Boeing 737, in cambio si aspettano una risposta conclusiva per l'ingresso nella Wto, l'Organizzazione mondiale del commercio: «È imbarazzante per noi continuare a bussare quando dovrebbero accoglierci a braccia aperte», ha dichiarato il consigliere politico di Medvedev, Serghej Prikhodko. Sul piano politico, Obama e Medvedev dovrebbero firmare una dichiarazione congiunta sul Kirghizistan, ex repubblica sovietica con basi militari di entrambi, discesa nel caos senza che la Russia intervenisse.