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Il caso Brancher scuote ancora la maggioranza

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Questo articolo è stato pubblicato il 25 giugno 2010 alle ore 17:34.

Nella polemica sul ministro Brancher irrompe il Quirinale: «In rapporto a quanto si è letto su qualche quotidiano questa mattina - si legge in una nota della presidenza della Repubblica diramata nel pomeriggio - a proposito del ricorso dell'onorevole Aldo Brancher alla facoltà prevista per i ministri dalla legge sul legittimo impedimento, si rileva che non c'è nessun nuovo ministero da organizzare in quanto l'onorevole Brancher è stato nominato semplicemente ministro senza portafoglio».

Non si placano, intanto, le polemiche attorno alla scelta del neoministro di avvalersi del legittimo impedimento nello stralcio al processo per la scalata ad Antonveneta. Le critiche più dure arrivano, tra l'altro, dalla stessa maggioranza. Dove i fedelissimi del presidente della Camera sono tornati anche oggi a bacchettare l'ex sacerdote paolino. «È inelegante che un ministro appena nominato e ancora senza delega - afferma Italo Bocchino - cominci invocando il legittimo impedimento che era stato pensato per impedire le aggressioni dei magistrati ai ministri, non per nominare ministri che erano già sotto processo».

Tra i parlamentari più critici c'è poi un altro esponente della pattuglia vicina a Gianfranco Fini. «Inopportuna sul piano politico la procedura con cui si è arrivati da parte del nuovo ministro a chiedere il legittimo impedimento - sottolinea Fabio Granata -. Sul piano formale, nulla da eccepire, su quello politico molto, anche alla luce di una delega che non è chiara e non è stata ancora attribuita».

Anche l'opposizione continua comunque a lanciare bordate all'indirizzo del neoministro. Il più tranchant è il segretario del Pd, Pierluigi Bersani. «Ieri il mondo ha imparato due cose sull'Italia: che la Slovacchia ci ha buttato fuori dai mondiali e che nel nostro paese si fanno ministri per scansare la giustizia. Non so quale appaia più vergognosa, ma credo proprio la seconda, perché il campionato mondiale di calcio si può anche perdere, ma non si può perdere la dignità delle istituzioni». Durissimo è anche il numero uno dell'Udc, Pierferdinando Casini. «La vicenda Brancher dimostra che il troppo stroppia e che c'è stato un infortunio, un grande errore politico per la maggioranza volerlo estendere ai ministri. Bastava per il presidente del Consiglio».

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Tags Correlati: Aldo Brancher | Antonveneta | Comitato Esecutivo | Corte Costituzionale | Italo Bocchino | Luana Maniezzo | Maurizio Sacconi | Pd | Pierferdinando Casini | Politica | Presidenza della Repubblica | Silvio Berlusconi | Udc | Umberto Bossi

 

Insomma, il ricorso allo scudo processuale da parte del neoministro continua a scuotere la politica e provoca più di qualche difficoltà dentro l'esecutivo. Dove gli attestati di stima nei confronti di Brancher sono stati piuttosto limitati. Oggi anche il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, è intervenuto sulla vicenda con una dichiarazione assai lapidaria. «C'è una legge che è stata fatta per essere usata». Nulla a che vedere con la solidarietà espressa dal premier Silvio Berlusconi durante il Cdm di ieri. «Polemiche assurde. Brancher è una persona capace, leale, che sa lavorare con grande spirito di squadra». E soprattutto, ha rimarcato il Cavaliere, «è stato fondamentale nei rapporti con Umberto Bossi». Una difesa accorata, dunque, ma che è rimasta finora pressoché isolata.

Intanto, domani riprenderà il processo a carico del neoministro e della moglie Luana Maniezzo, accusati di appropriazione indebita e ricettazione. Il giudice Annamaria Gatto inviterà le parti a illustrare e discutere la richiesta di rinvio per legittimo impedimento continuativo presentata dai legali di Brancher. È probabile però che il giudice si riservi di assumere una decisione all'udienza successiva, il prossimo 5 luglio. Gatto dovrà infatti decidere se mandare o meno gli atti alla Corte costituzionale affinché venga valutata la
costituzionalità della legge sul legittimo impedimento. Il giudice dovrà poi stabiliere se stralciare la posizione di Brancher in attesa della scelta della Consulta, proseguendo il processo a carico della moglie.

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