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Questo articolo è stato pubblicato il 25 giugno 2010 alle ore 08:01.
TORONTO. Dal nostro inviato
Messaggi «comprensibili» e «segnali utili a ridare fiducia ai mercati e a far riprendere la crescita e i consumi in un momento di crisi globale». Hanno ruotato sempre intorno a questi concetti le direttive che il premier Silvio Berlusconi, nelle ultime settimane, ha ripetuto fino alla noia a tutti i suoi interlocutori e che ha affidato come missione prioritaria allo "sherpa" italiano Bruno Archi, consigliere diplomatico di Palazzo Chigi, che ha negoziato con gli altri colleghi le conclusioni finali del doppio vertice G8-G20 che riunirà da oggi e fino al 27 giugno in una tre giorni non-stop i leader dei "grandi" nel Deerhurst Resort di Muskoka, a due ore d'auto da Toronto.
Da ieri sera Berlusconi è in Canada preceduto, poche ore prima, da una scossa di terremoto di intensità 5,7 della scala Richter percepita soprattutto a Montreal ed Ottawa, meno a Toronto. Ma il testimone che l'Italia passa alla presidenza canadese del G-8 guidato da premier Stephen Harper non è fatto certo di emergenze e senzatetto.
In primo piano, anche per l'Italia, la tassa sulle banche per finanziare i costi della crisi e l'eventuale prelievo sulle transazioni finanziarie. Sono previsti meccanismi di flessibilità che consentiranno all'Italia di non introdurla poiché il nostro sistema bancario non ha ricevuto consistenti aiuti pubblici. Per il prelievo sulle transazioni la posizione italiana di grande cautela in Europa potrebbe trovare nuove e inaspettate alleanze in ambito G-20. La tassa avrebbe infatti senso solo se applicata da tutti i Paesi perché altrimenti i capitali prenderebbero le strade meno onerose dal punto di vista fiscale.
Il G-8 domani sera si trasformerà poi in G-20. Un doppio vertice che prelude forse l'anno prossimo con la coincidenza della presidenza francese dei due formati alla fusione del G-8 e del G-20. «In realtà– osserva Archi – anche la presidenza francese manterrà quasi certamente la separazione perché ormai è chiara la divisione di compiti tra i due vertici con i temi politici che vengono affrontati meglio nel G-8 e quelli economici nel G-20».
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