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Questo articolo è stato pubblicato il 26 giugno 2010 alle ore 20:16.
TORONTO – L'antipasto del G-8, in attesa del piatto forte del G-20 che dovrà occuparsi del rilancio dell'economia mondiale, del risanamento dei bilanci pubblici e delle nuove regole della finanza globale, ha partorito l'ennesimo annuncio di aiuti a favore dei poveri del mondo. Le organizzazioni umanitarie lamentano che quello attuale si somma ai ripetuti impegni degli anni scorsi che non sono stati rispettati. La crisi, hanno ammesso nel loro comunicato gli otto grandi dell'economia mondiale, che venerdì pomeriggio si erano incontrati con sette leader africani, ha messo in pericolo gli obiettivi della lotta alla povertà.
Il G-8 ha stavolta deciso di concentrarsi sulla salute delle madri e la mortalità infantile. Ogni anno, nel mondo, 9 milioni di bambini muoiono prima di raggiungere il quinto compleanno. E' stata lanciata allora la Muskoka Initiative, dal nome della località, fra i boschi dell'Ontario, dove si è svolta la prima parte del summit: 7,3 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni per combattere questa piaga. I padroni di casa del Canada ci tenevano così tanto da stanziare loro stessi il grosso dei finanziamenti. Non è chiaro quali siano i contributi individuali degli altri sette. Saranno coinvolti anche i privati, fra cui la Fondazione di Bill e Melinda Gates, che ha già messo a disposizione 1,5 miliardi di dollari.
Il G-8 si è impegnato anche a rifinanziare per i prossimi tre anni il Fondo globale per la lotta all'Aids, la malaria e la tubercolosi: l'incontro decisivo sarà nell'ottobre prossimo alle Nazioni Unite. Chissà se per allora saranno stati versati anche gli arretrati italiani per il 2009, 130 milioni di euro che il premier Silvio Berlusconi aveva promesso di sborsare prontamente già l'anno scorso al vertice de L'Aquila.
Le nuove promesse sembrano però aver fatto dimenticare le vecchie. Nel comunicato non c'è menzione del solenne impegno del summit di Gleneagles, nel 2005: entro il 2010, cioè quest'anno, 50 miliardi di dollari di nuovi aiuti per i paesi poveri, di cui 25 miliardi per l'Africa. Finora ne sono arrivati rispettivamente 38 e 11.