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Questo articolo è stato pubblicato il 30 giugno 2010 alle ore 16:56.
LONDRA – Clamoroso a Wimbledon. Abdica il re dei campi in erba, Roger Federer. Avanti invece il suo grande rivale, Rafael Nadal, che in semifinale venerdì dovrà lottare non solo contro Andy Murray, ma contro le speranze di una nazione, la Gran Bretagna, che ospita il torneo, ma non lo vince dal 1936.
Federer è uscito di scena in malo modo, con una sconfitta in quattro set (4-6, 6-3, 1-6, 6-4) ai quarti di finale contro il numero 12 del tabellone, il ceco Tomas Berdych, in poco più di due ore e mezzo. Federer, che dopo l'incontro si è giustificato lamentando un dolore alla gamba destra, è apparso letargico all'inizio dell'incontro e, neanche dopo aver vinto il secondo set, è mai rientrato in controllo del match contro un avversario galvanizzato dalla possibilità della grande impresa. Il servizio, che in altre occasioni lo aveva tolto d'impaccio, stavolta gli è mancato completamente, soprattutto negli ultimi due set.
Il campione uscente, che a Wimbledon ha vinto sei volte, ha giocato tutte le finali qui all'All England Club dal 2003 in poi (perdendone solo una, contro Rafael Nadal, nel 2008) e ha avuto una striscia di 23 semifinali consecutive nei tornei del Grand Slam, interrotta solo la primavera scorsa al Roland Garros da una sconfitta, anche quella ai quarti, contro Robin Soderling, oggi avversario di Nadal.
Eppure, il risultato non è del tutto inatteso: il campione svizzero aveva già rischiato una clamorosa eliminazione al primo turno contro il colombiano Alejandro Falla, che lo aveva trascinato al quinto set, e aveva ceduto un set anche al secondo turno contro un altro carneade, Ilija Bozoljac, proveniente addirittura dalle qualificazioni. E Berdych aveva battuto Federer nell'ultimo confronto fra i due, quest'anno nel torneo di Miami.
Berdych affronterà venerdì in semifinale il serbo Novak Djokovic, che ha eliminato facilmente il cinese di Taiwan, Yen-Hsun Lu. In ogni caso, domenica Wimbledon vivrà una finale inedita dopo il lungo dominio di Federer.
Il secondo finalista uscirà dalla scontro fra Nadal e Murray. Il primo ha faticato solo inizialmente contro lo svedese Robin Soderling (ultimamente la sua bestia nera, lo ha battuto in due egli ultimi tre incontri compresa la sorprendente eliminazione dell'anno scorso al Roland Garros) per poi chiudere al quarto set con un secco 6-1. Nadal, come Federer, non è sembrato al meglio nei primi turni, ma contro Soderling ha ritrovato la grinta. Ne avrà bisogno contro Murray, che ieri ha battuto anche lui in quattro set Jo Tsonga con un'esibizione non esaltante, ma efficiente, ed è in semifinale per il secondo anno consecutivo.