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Questo articolo è stato pubblicato il 01 luglio 2010 alle ore 14:32.
È giorno di protesta sul ddl intercettazioni. I giornalisti sono scesi in piazza dalle 17 alle 22 per dire no al bavaglio imposto ai media dal ddl intercettazioni. «No al silenzio di Stato» è lo slogan scelto per invitare «tutti a piazza Navona in difesa della libertà». Per il 9 luglio è poi previsto il black out dell'informazione. «I punti critici della legge sulle intercettazioni nel testo approvata dal Senato risultano chiaramente», ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, rispondendo a una domanda dei giornalisti sulla manifestazione. Ha aggiunto che il Quirinale non ha il compito di formulare modifiche e che si riserva una valutazione finale nell'ambito delle prerogative proprie del Capo dello Stato.
La manifestazione spiega ai lettori del Sole24ore.com Roberto Natale, segretario dell'Fnsi, è «non per i giornalisti, ma per la società italiana che non vuole farsi scippare diritto di sapere». Per Natale la migliore conferma della negatività del ddl intercettazioni è venuta ieri da due interventi. «Quello del Garante della privacy, Francesco Pizzetti, che ha fatto sgonfiare come un palloncino le motivazioni del governo al ddl. Il Garante ha detto che é pericoloso per la libertà di informare. Pesanti anche le parole del procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso che ha detto che il testo ostacola le indagini su mafia e terrorismo. Non c'è bisogno di altro per capire che si tratta di un ddl pericoloso».
«C'è la necessità di tutelare il diritto alla verità - sottolinea al Sole24ore.com il presidente dell'Ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino - che é patrimonio dei cittadini». Per Iacopino il vero problema della nostra democrazia è la legge elettorale. «Finché i parlamentari vengono nominati dai partiti, il presidio della democrazia rappresentato dal Parlamento viene svuotato. E il ddl sulle intercettazioni è una delle conseguenze».
La manifestazione sarà condotta da Tiziana Ferrario con Ottavia Piccolo. Ma ci saranno anche, spiegano il presidente e il segretario dell'Fnsi, Franco Siddi e Roberto Natale, «molti testimoni che non avrebbero avuto giustizia se non ci fosse stata la libertà di stampa, tante vittime di mala giustizia». Ci saranno anche testimonianze di tanti colleghi epurati perchè non si sono fermati davanti alle censure, dei cassaintegrati dei call center, di Claudio Giardullo, che parlerà a nome di tutti i sindacati di polizia. In piazza per parlare dell'importanza per un paese civile di una libera stampa anche la sorella di Stefano Cucchi, la famiglia Aldrovandi, del ragazzo di Ferrara morto dopo le botte della polizia, Andrea Purgatori che ricorderà il caso Ustica, e gli avvocati che stanno preparando il ricorso alla Corte europea di Strasburgo. In collegamento telefonico anche Dario Fo. In piazza anche artisti come Massimo Ghini, Leo Gullotta e i Tetes des bois.