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Questo articolo è stato pubblicato il 06 luglio 2010 alle ore 18:18.
Franco Siddi ritiene che la lotta per la libertà d'espressione sia un treno. In prima classe c'è la Fnsi e i giornalisti "veri", che fanno le cose sul serio e organizzano il movimento contro il bavaglio. Poi c'è la rete: che fa chiasso, si fa sentire, ma insomma, sono ragazzi, vanno bene per i cortei e per mettere un link.
Con l'argomento che la "rete non è il mondo", Siddi liquida l'idea che i giornalisti informino di più, invece che meno, nella giornata di lotta del 9 luglio contro la legge Bavaglio. Quello di Siddi è un autogol clamoroso. Vediamo perché.
Possiamo partire dal dato, recentissimo, che la diffusione e vendita dei giornali in Italia si avvii ad essere oggi ai livelli del 1939. Il dissanguamento non si ferma, ormai siamo sotto i 6 milioni. Dite che siamo fuori tema? Al contrario: l'attacco contenuto nella legge Bavaglio arriva perché mai come in questo momento la libertà di stampa è un potere vulnerabile. Berlusconi sa di avere delle chance di vittoria e lavora ogni giorno per dividere i giornali dalla loro "gente". E gli editori cui si minacciano multe non hanno soldi da buttar via. Perché i lettori, lentamente, li abbandonano. Non è un mistero per nessuno che su questo dato, a livello mondiale, si sia innescata una crisi di autorevolezza e credibilità dei giornali e dei giornalisti, crisi non ancora conclusa. Oggi in Italia c'è chi vuole dare il colpo di grazia. E Siddi rifiuta l'unica via di salvezza che ha davanti.
Si potrebbero fare discorsi ormai scontati - ma forse non per la Fnsi - su come Obama abbia vinto la sua battaglia elettorale e su come, giorno dopo giorno, combatta la battaglia per un consenso sempre più difficile. Si potrebbero citare i nuovi casi di giornalismo libero americano, che ormai pesano e vengono interpellati dal potere e dal resto dei media, su una base di parità con i giornali "mainstream" (crisi di autorevolezza, Siddi).
Ma serve davvero rifare questa discussione? Qualcuno pensa davvero, nel paese in cui la rete ha messo in piazza centinaia di migliaia di persone in poche ore, che la rete sia solo una camera di scoppio, una cassa di risonanza dell'informazione dei giornali? O anche solo uno strumento di mobilitazione? La rete non è il sindacato del 2000.