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Questo articolo è stato pubblicato il 06 luglio 2010 alle ore 19:38.
Riprendere il dialogo tra Israele e Stati Uniti dopo mesi di tensione e dopo le critiche dell'amministrazione Usa per l'operazione delle forze speciali di Gerusalemme contro la Flottiglia Freedom al largo della Striscia di Gaza. Questo l'obiettivo dell'incontro di oggi alla Casa Bianca tra il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente americano Barack Obama. Il colloquio vuole anche rilanciare il processo di pace in medio Oriente, in un momento di appannamento e di scarsa fiducia tra tutti gli attori principali in campo. Il presidente Obama ha ribadito che i rapporti tra Usa e Israele restano indissolubili e che mai l'America chiederà allo Stato ebraico azioni che possano compromettere la sua sicurezza.
D'altra parte il presidente Usa si è detto sicuro che Netanyhau sia pronto ad assumersi i rischi necessari per arrivare alla pace in Medio Oriente e ha chiesto al premier israeliano di avviare «negoziati diretti» con il leader dell'Autorità palestinese Abu Mazen entro settembre, cioè prima della scadenza della moratoria sui nuovi insendiamenti ebraici nei territori palestinesi. Gli Stati Uniti, da parte loro, continueranno a mantenere la pressione sulla minaccia nucleare iraniana, principale preoccupazione, al momento, del governo di Tel Aviv, che appunto chiede sanzioni più dure per Teheran.