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Questo articolo è stato pubblicato il 06 luglio 2010 alle ore 15:27.
Parte una campagna di comunicazione contro la guida distratta, "Pensa a guidare". A lanciarla la Fondazione Ania per la sicurezza stradale, in considerazione del fatto che le cause dell'incidentalità stradale sono legate per l'80% al comportamento umano e per il 20% allo stato delle infrastrutture. Lo scopo è quello di sensibilizzare l'universo dei guidatori sui rischi connessi alle azioni abitudinarie mentre si è alla guida. Telefonare, mandare un sms, usare il pc, dare un'occhiata al bebè sul sedile posteriore, programmare il navigatore sono azioni quotidiane ripetute più volte senza pensare alle conseguenze della distrazione. Nel 2008 sono stati 3,7 milioni gli incidenti, per due terzi causati da errate condotte di guida. Intanto con lo scopo di far entrare in vigore prima dell'esodo le norme del ddl sulla sicurezza stradale è giunto il vial libera dell'aula a un iter rapido in sede legislativa, come annunciato dal Sole 24 Ore nei giorni scorsi. Il via libera in terza lettura della commissione Trasporti dovrebbe giungere giovedì 8 luglio. Il provvedimento dovrà poi tornare al Senato per il varo definitivo.
Secondo un'indagine Ipsos per la Fondazione Ania il 76%degli italiani riconduce al fattore umano la principale causa degli incidenti stradali: il 54% degli italiani parla di distrazione, il 19% di mancato rispetto del codice della strada. Seguono fattori ambientali (18%) e condizioni del veicolo (6 per cento). «Dobbiamo prendere coscienza che il problema della guida distratta esiste anche nel nostro Paese – sottolinea Sandro Salvati, presidente della Fondazione Ania per la sicurezza stradale – e sta diventando una vera e propria epidemia. Come sostiene uno studio della Scuola Normale Superiore di Parigi il nostro cervello non è fatto per il multi-tasking: scrivere un'email, rispondere al telefono, ascoltare musica nello stesso momento crea un deficit di concentrazione e un abbassamento dei livelli di attenzione, tutti potenziali fattori di rischio se si è al volante di un'auto. E la distrazione può essere letale anche a bassa velocità e per comportamenti che non ci sembrano pericolosi».
Le attività più pericolose alla guida sono l'utilizzo del Pc (90%), mangiare o bere (82%), fumare (60%), ma anche parlare al cellulare (50%), digitare un sms (76%) o comporre un numero di telefono (45 per cento). fattore di rischio anche l'utilizzo del navigatore satellitare, che cattura l'attenzione nella fase di impostazione della meta da raggiungere. Sono i più giovani fra i 18 e i 24 anni a inviare sms o a inserire un cd, mentre cambiare canali della radio o telefonare è un comportamento assunto soprattutto da persone fra i 25 e i 44 anni. Interagire col navigatore o leggere un giornale è un comportamento tipico degli autisti over 45. E, avverte la Fondazione Ania, i tempi di reazione quando si guida utilizzando contemporaneamente un dispositivo elettronico si riducono del 50 per cento e la soglia di attenzione è pari a quella di chi guida con 0,8 grammi/litro nel sangue.