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Michele Coscia racconta come ha convinto Google e perché ha un piede fuori dall'Italia

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Questo articolo è stato pubblicato il 07 luglio 2010 alle ore 19:17.

Il sogno di Michele Coscia, 26 anni, era diventare giornalista, specializzato in critica cinematografica, spinto da una sconfinata passione per film di ogni genere. Oggi Michele è negli Stati Uniti, ma molto lontano da Hollywood. Ad aprile ha lasciato Carrara, il dipartimento di informatica dell'Università di Pisa e la fidanzata Noretta – che sogna di diventare fotografa e gioca con le immagini, anche quelle del suo Michele – ed è volato a Boston come visiting scholar alla Northeastern university, per lavorare sei mesi come dottorando nel laboratorio di Albert-Laszlo Barabasi, uno dei massimi esperti mondiali di tecniche per l'analisi di reti sociali.

Lì ha ricevuto la notizia che, forse, gli farà abbandonare definitivamente l'idea di diventare giornalista: Google gli ha appena assegnato l'edizione 2010 del premio "Google european doctoral fellowship", per la sua avanzata ricerca dedicata all'analisi di reti sociali multidimensionali con tecniche di data mining.

Sorpreso?
Molto. Il tema su cui lavoro è tra i più caldi al momento nell'informatica e ci sono centinaia di straordinarie menti che se ne occupano.

Che cosa sono le reti sociali multidimensionali?
Una rete sociale è un ambiente in cui le persone agiscono stabilendo contatti e rapporti tra di loro: amicizia, lavoro, famiglia. Una rete sociale si dice multidimensionale quando non viene analizzato solo un tipo di rapporto alla volta (ad esempio l'amicizia), ma molteplici tipi di interazione sono studiati contemporaneamente. Qui entra in gioco il "data mining": un complesso di tecniche e algoritmi per far emergere le conoscenze e le informazioni latenti in questa enorme quantità di dati.

Gli informatici di Google si sono accorti di te. E adesso?
Google rappresenta l'attuale vetta tecnologica mondiale ed essere riconosciuti promettenti da un'azienda del genere è un onore. Non nego che tutto il potere che l'azienda di Mountain View ha mi ha sempre reso scettico nei loro confronti: posizioni di così grande vantaggio sul mercato sono sempre mal viste dalla comunità dei ricercatori, orientata in favore del software libero. Tuttavia Google rappresenta ora per me una sfida: nel mio piccolissimo darò un contributo perché ciò che è un vantaggio competitivo oggi si trasformi sempre in migliori servizi domani. Non certo in un monopolio.

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Tags Correlati: Albert-Laszlo Barabasi | Google | Italia | Linux | Michele Coscia | Northeastern | Software | Stati Uniti d'America

 

Il tuo lavoro come cambierà la vita degli utenti comuni?
Le applicazioni dell'analisi di reti multidimensionali, ma della network science in generale, sono vastissime. Si può spaziare da tecniche per la prevenzione di diffusione di virus informatici (si individuano i collegamenti "a rischio" di diffusione e si agisce di conseguenza) a servizi per favorire il car sharing (trovare gruppi di persone con le stesse destinazioni). Poi ci sono le applicazioni per migliorare i servizi di telefonia mobile, per il marketing, per la didattica.

Com'è la vita nelle università americane?
Sono finito in un laboratorio prevalentemente di fisici, in cui tira un'aria interdisciplinare fortissima: ci sono anche informatici, biologi e perfino storici dell'arte! È veramente difficile trovare una commistione del genere in Italia.

Che cosa pensi dell'università italiana?
La nostra università dovrebbe imparare a tradurre meglio e di più la propria ricerca in ricchezza per tutti, favorendo un terreno comune e fertile di collaborazione con le aziende.

Anche il tuo è un cervello in fuga?
Diciamo che ho già un piede fuori. Farò molti sforzi pur di rimanere in Italia, che è pur sempre casa e dove c'è tutto ciò che amo. L'ideale per me sarebbe lavorare in Italia e poter coltivare tutte le collaborazioni internazionali possibili (che spazino dagli USA alla Corea Del Sud per dire) per vedere quanto più mondo possibile. "Fuggire" è un termine che non mi piace...

Qual è il tuo social network preferito?
E' come chiedere al macellaio quale carne preferisce! Arrivato a casa, stanco, l'ultima cosa cui pensa è se preferisce le braciole o le costolette! Scherzi a parte, non amo molto Facebook più per la loro politica autoritaria sui dati che per moda: trovo che come servizio sia esattamente quella cosa che serviva a tutti ma a cui nessuno aveva mai pensato. A livello affettivo però tutto il mio amore va per Last.Fm, essendo il primo social network a cui mi sono iscritto e amando moltissimo la musica.

Mac o pc?
Pc, indubbiamente meglio se con Linux (sistema operativo open source, ndr). Il Mac è bellissimo e funziona benissimo, ma solo come l'ha deciso qualcun altro. E a me le gabbie, per quanto dorate, non piacciono.

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