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Questo articolo è stato pubblicato il 13 luglio 2010 alle ore 16:32.
Il premier Silvio Berlusconi assicura, con una nota, che si «opporrà» al «clima giacobino e giustizialista nel quale alcuni stanno cercando di far ripiombare il nostro Paese» e promette di «restare fuori dalle artificiose burrasche scatenate dalla vecchia politica politicante e da quanti, in maniera irresponsabile, giocano una partita personale a svantaggio dell'interesse di tutti». Ma soprattutto il Cavaliere lancia un diktat molto chiaro ai finiani: chi voterà la mozione di sfiducia al sottosegretario Nicola Cosentino sarà fuori dal partito. Ma i fedelissimi di Fini non demordono. «La mozione di sfiducia? Se Cosentino non si dimette, la voteremo», avverte Fabio Granata.
«Personalmente - dice Berlusconi - intendo restare fuori dalle artificiose burrasche scatenate dalla vecchia politica politicante e da quanti, in maniera irresponsabile, giocano una partita personale a svantaggio dell'interesse di tutti. Il clima giacobino e giustizialista nel quale alcuni stanno cercando di far ripiombare il nostro Paese non è certo d'aiuto».
«Ma ancora una volta metterò tutto il mio impegno personale, assieme a quello del governo e della coalizione da me guidati e legittimati costantemente dal sostegno dei cittadini, per impedire ritorni ad un passato che gli italiani non vogliono più», conclude il Cavaliere.
«Il governo - aggiunge poi il premier - ha a cuore l'interesse dei cittadini e perciò intende portare a rapida approvazione la manovra che stabilizzerà il bilancio pubblico come ha chiesto l'Europa, pure in presenza di una situazione migliore dei nostri conti rispetto agli altri partner europei».
Prosegue - nonostante i tentativi di pacificazione interna - la polemica innescata dal ministro Bondi contro il finiano Bocchino. «Leggendo l'ennesima esternazione dell'onorevole Bocchino - ha scritto Bondi in una nota - mi confermo nella convinzione che il suo ruolo nel dibattito interno al nostro movimento politico sia nefasto». Bocchino, infatti, «punta continuamente sulla logica della provocazione piuttosto che su quella del confronto alto e costruttivo, che invece sarebbe necessaria per affrontare i problemi e superare le incomprensioni». La replica del vicepresidente dei deputati del Pdl: «Le parole di Bondi mi sorprendono. Come si fa a considerare nefasto l'atteggiamento di chi chiede trasparenza e pulizia morale e difendere autori di episodi imbarazzanti per il Pdl?».