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Operazione anti 'ndrangheta da Cuneo a Reggio. Arrestate oltre 300 persone, c'è anche il numero 1

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Questo articolo è stato pubblicato il 13 luglio 2010 alle ore 08:40.

Maxi blitz di carabinieri e polizia contro la 'ndrangheta: oltre 300 le persone arrestate in diverse parti d'Italia per vari reati. Tra gli arrestati c'è anche Domenico Oppedisano, 80 anni, considerato dagli investigatori l'attuale numero uno delle cosche calabresi. La sua nomina a 'capocrimine' - cioè colui che è al vertice dell'organismo che comanda su tutte le'ndrine ed è denominato Provincia - sarebbe stata decisa il 19 agosto del 2009 nel corso del matrimonio tra Elisa Pelle e Giuseppe Barbaro, entrambi figli di boss.

Si tratta, si apprende in ambienti investigativi, della più imponente operazione di questo tipo degli ultimi anni. Nell'operazione sono stati impegnati 3mila uomini dei carabinieri e della polizia di stato. I provvedimenti di custodia cautelare sono scattati in Calabria e in diverse località dell'Italia settentrionale.

Le accuse vanno dall'associazione di tipo mafioso al traffico di armi e stupefacenti, dall'omicidio all'estorsione, dall'usura ad altri gravi reati. Gli inquirenti calabresi e lombardi, al lavoro da tempo su questa inchiesta, hanno indagato in particolare sulle infiltrazioni della 'ndrangheta nel nord Italia, sia nelle attività produttive e commerciali, sia nel mondo politico e amministrativo locale (il dibattito su facebook). Oltre agli arresti, il blitz delle forze dell'ordine avrebbe portato anche al sequestro di denaro, armi e droga.

Al Nord sono state interessate le provincie di Genova, Torino, Cuneo, Asti e, nella sola Lombardia, gli uomini dell'Arma di Monza e del Ros si sono mossi tra Monza, Lecco, Como, Pavia e Milano. Le persone finite in manette, in esecuzioni di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, in Lombardia sarebbero circa 160, e tra loro ci sarebbero diversi imprenditori tra cui Francesco Bertucca, 57 anni, imprenditore edile di Pavia, e Rocco Coluccio, biologo e imprenditore, accusati di essere stati organici alla 'ndrangheta e di essere il punto di congiunzione con l'organizzazione agli ordini del boss Pino Neri.

Stando alla ricostruzione dell'accusa, l'ex assessore provinciale Oliviero sarebbe stato in rapporti con l'imprenditore Ivano Perego, arrestato per associazione mafiosa, e responsabile della Perego Strade. Tra gli indagati figurano i nomi dell'assessore comunale di Pavia, Pietro Trivi, accusato di corruzione elettorale e dell'ex assessore provinciale di Milano, Antonio Oliviero. Trivi avrebbe comprato voti dalla criminalità organizzata.

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La maxi operazione contro la 'ndrangheta / 1

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Tags Correlati: Asl | Calabria | Carlo Antonio Chiriaco | Carmelo Novella | Direzione Distrettuale Antimafia | Italia del Nord | Raggruppamento Operativo Speciale | Reati | Reggio Calabria

 

Arrestati anche quattro carabinieri. Le accuse per i militari sono, a vario titolo, concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione. Tra di loro c'è Michele Belingieri, l'appuntato dell'Arma che aveva raccolto, come mostrato da un filmato, bossoli e cartucce sulla scena del delitto di Rho, dove, il 25 gennaio scorso, perse la vita un albanese di 37 anni in seguito a una rissa nel ristorante «Il Brigante».

Tra le persone finite in carcere c'è anche Carlo Antonio Chiriaco, direttore sanitario dell'Asl di Pavia. Per riuscire ad eseguire tutti gli arresti, nelle province lombarde sono stati coinvolti praticamente tutti i militari dei diversi comandi e compagnie dell'Arma.

Nell'operazione coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano e Reggio Calabria, sono coinvolte tutte le famiglie reggine della 'ndrangheta. Per questo motivo nella sola provincia di Reggio Calabria sono state arrestate 120 persone (53 dalla polizia di stato e 68 dai carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria). Questa operazione prende spunto da numerose inchieste giudiziarie condotte dalle forze dell'ordine in provincia di Reggio Calabria, e vede protagoniste tutte le famiglie reggine in odor di mafia, che sono, secondo le nuove intercettazioni e le nuove indagini svolte dagli uomini della Benemerita, organizzate a livello verticistico un po' come la mafia siciliana.

C'è quindi un capo assoluto di questa "commissione" che è stato arrestato dai carabinieri di Reggio Calabria e sotto di lui ci sono i capi mandamento ed i capi locali. Ma quello che emerge ancora una volta e che la 'ndrangheta cosidetta di periferia, quindi quella che non vive in provincia di Reggio Calabria, ma a Milano, Torino, in Canada o in Australia, dipende in tutto e per tutto dalla commissione provinciale reggina.

Individuata anche "La Lombardia", una camera di controllo deputata al raccordo tra le famiglie attive sul territorio lombardo con quelle rimaste in Calabria. Insomma, una organizzazione ancora più complessa di quanto le indagini abbiano fin qui scoperto, costruita probabilmente per meglio gestire il crescente "business", sempre più ricco
e per evitare frizioni, scontri e faide tra i diversi clan. Clan egemoni nel reggino, nel
vibonese, nel crotonese come i Pelle, i Commisso, i Mazzaferro, gli Acquino-Coluccio, i
Pesce-Bellocco, gli Iamonte, gli Oppedisano, gli Alvaro e i Longo.

«Si tratta in assoluto della più importante operazione contro la 'ndrangheta degli ultimi anni, che oggi viene colpita al cuore del suo sistema criminale sia sotto l'aspetto organizzativo che quello patrimoniale». È quanto afferma il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, congratulandosi con il capo della Polizia, Antonio Manganelli, e con il comandante generale dell'Arma, Leonardo Gallitelli, «per l'eccezionale operazione antimafia condotta oggi in varie regioni d'Italia». «Gli eccellenti risultati conseguiti in questi ultimi mesi contro la mafia - prosegue Maroni - sono il frutto di una costante ed efficace opera di coordinamento tra le forze di polizia e la magistratura, tutte impegnate in modo straordinario nell'azione di contrasto alla criminalità organizzata».

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