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Questo articolo è stato pubblicato il 14 luglio 2010 alle ore 12:05.
Un forte richiamo all'unità e alla coesione nazionale, un sì alla revisione parziale della costituzione, che resta comunque «lungimirante», un appello alla responsabilità nella riduzione del debito e nel risanamento dei conti pubblici. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in visita a Udine nel momento in cui il governo presenta al Senato il maxiemendamento alla manovra, torna sul tema del pesante fardello del debito pubblico che assilla il paese, chiedendo uno sforzo alla politica «di alleggerire in modo decisivo e di consolidare il bilancio pubblico riducendo il debito che noi abbiamo accumulato».
Sulle modalità per fare ciò la discussione deve restare aperta, ma «nessuna forza politica può sottrarsi in alcun modo a questo dovere», puntualizza il presidente. Napolitano, di fronte agli amministratori locali, tocca anche il tema delle modifiche alla carta costituzionale, «un testo che rimane altamente lungimirante». Il capo dello Stato sottolinea come la costituzione saldi in uno stesso articolo «l'inscindibilità della nazione italiana e la promozione delle autonomie», in un momento in cui «senza coesione nazionale l'Italia si perderebbe nel fiume della globalizzazione».
Come indicazione di metodo Napolitano chiede quindi che «si riveda ciò che è necessario rivedere, si garantisca il massimo di snellezza e semplificazione nell'articolazione del nostro stato», senza però toccare l'impianto fondamentale, sempre valido, della Carta costituzionale.