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Questo articolo è stato pubblicato il 14 luglio 2010 alle ore 19:47.
Ampliare il più possibile la coalizione in vista delle prossime sfide elettorali. È l'obiettivo a cui il Partito democratico sta lavorando, seppur con criteri diversi, al Nord. A Milano in vista delle amministrative del 2011e in Piemonte, in attesa di capire se il ricorso di Mercedes Bresso per le regionali sarà accolto. In Veneto è l'Allenza per l'Italia di Francesco Rutelli ad avere le posizioni più avanzate con il manifesto del Nord Est.
L'intesa con Api a Milano sembra scontata. Più complicato il lavoro per un possibile accordo con l'Udc di Pier Ferdinando Casini. Difficile che il Pdl si lasci sfilare un alleato di governo, nonostante le tensioni con la Lega che su Milano ha già avanzato le sue pretese mettendo in campo la possibile candidatura a sindaco di Umberto Bossi.
In Veneto Alessio Vianello, ex margheritino passato ad Api si appresta a presentare il manifesto del Nord Est a cui ha aderito anche Massimo Cacciari. L'intento è quello di promuovere nuovi equlibri politici. E l'ex sindaco di Venezia ha già detto che il Pd ha fatto un errore a rifiutare l'ipotesi di un governo di larghe intese a guida Berlusconi cui invece l'Udc si è detto disponibile. E poi c'è l'esperienza di Giorgio Orsoni, l'attuale sindaco che a Venezia governa con una coalizione che va dall'Udc a Rifondazione comunista.
In Piemonte Sergio Chiamparino aspetta di capire se il ricorso di Mercedes Bresso sarà accolto. Il Tar deve decidere se riportare i piemontesi alle urne. Le liste che hanno sostenuto la Bresso ritengono che il risultato delle elezioni sia stato il frutto di una truffa. E parlano di «firme false di accettazione delle candidature e autenticazioni fasulle della lista Pensionati per Cota». Se si rivoterà allora Chiamparino potrebbe essere il candidato alla Regione e Piero Fassino al comune, dove l'attuale sindaco ha esaurito i mandati e non può ripresentarsi. E anche in questi casi il partito di Casini sarà determinante.
Ma sulla strada del Pd per un'alleanza con l'Udc ci sono diversi ostacoli. I centristi hanno capito che la politica dei due forni non ha pagato nel loro elettorato, su questo i risultati lasciano pochi dubbi: l'Udc è andato decisamente meglio dove si presentava con il centrodestra e ora Pier Ferdinando Casini è tornato a dialogare con Silvio Berlusconi.