Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 18 luglio 2010 alle ore 16:54.
Le rassicurazioni di Tremonti sono «bolle di sapone» che non nascondono una politica economica del governo «iniqua e inefficace». Il responsabile economico del Pd, Stefano Fassina, ha bocciato senza appello le dichiarazioni del ministro dell'Economia. Fassina ha criticato, soprattutto, la difesa a spada tratta della manovra da 24,9 miliardi: «decimo intervento di finanza pubblica in due anni, un record», ha detto, che, in realtà, «scarica i costi dell'aggiustamento dei conti dello Stato sui lavoratori e sulle classi medie, mentre per i grandi evasori si fanno mega condoni a prezzi scontati e si rinuncia a intervenire sulle rendite».
Si è soffermato, invece, sul tema delle "mele marce", il presidente dell'Idv, Massimo Donadi, che ha chiesto a Tremonti «coerenza». Non è sufficiente, ha dichiarato, ammettere che c'è una questione morale per mettersi a posto con la coscienza. Ora, c'aspettiamo, ha aggiunto, che il ministro faccia il passo successivo e cioè «tagli dagli alberi tutti i frutti marci».
Per Filippo Penati, Pd, le parole del numero uno del Tesoro «tranquillizzano» Berlusconi, visto che un pezzo importante del suo esecutivo, il ministro dell'Economia, si è, di fatto, dichiarato «non essere interessato alla sua successione». Secondo il segretario dell'Udc, Lorenzo Cesa, invece, la difesa dell'esecutivo da parte del titolare di Via XX Settembre dimostra come, oramai, «sia Tremonti a guidare il Governo e non più il Cavaliere».
Opposta la valutazione delle parole del titolare del Tesoro da parte del ministro per l'Attuazione del programma di governo, Gianfranco Rotondi, secondo cui, piuttosto, Tremonti «si è limitato a fotografare a realtà e nulla più». Ha ribadito, invece, la necessità di andare alle urne, il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, per liquidare al più presto il «berlusconismo». Tremonti, ha spiegato Vendola, «parla di un'Italia che non c'è», ma credo, ha aggiunto, «che, oggi, non ci sia sulla scena la possibilità di lavorare per un governo tecnico o per un governo di larghe intese, perchè si è consumata una stagione politica».