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Questo articolo è stato pubblicato il 22 luglio 2010 alle ore 15:28.
Nel 2010 il Pil crescerà dello 0,7%, per effetto anche dei deboli consumi delle famiglie, che nel primo semestre di quest'anno sono scesi di due decimi, dallo 0,6% allo 0,4 per cento. Dovrebbe andare un po' meglio nel 2011, quando il Pil salirà all'1 per cento. A parlare è il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, nel corso della presentazione, a Roma, assieme al Censis, di una ricerca su consumi e fiducia degli italiani.
L'onda lunga della crisi si è fatta sentire, sottolinea il rapporto. Significativo come il 68% delle famiglie manterrà stabili le spese nei prossimi sei mesi, con una aspettativa di miglioramento in costante calo (ai minimi da gennaio 2009). Per Sangalli, è positivo che la manovra di Tremonti non abbia aumentato le tasse, ma ora, ha aggiunto, «é necessario mettere in campo misure urgenti e qualificanti, come quella fiscale e del federalismo».
Numerose, sottolinea il rapporto, sono le famiglie che prevedono di posticipare alcune spese programmate, in particolare quelle per ristrutturare l'abitazione (il 17,2%) e quelle per l'acquisto di nuovi elettrodomestici (14 per cento). In controtendenza, le vacanze "sacre" per il 42% di italiani. Per lo più, mordi e fuggi (23,6%), mentre rimane stabile la percentuale di chi non si sposterà da casa nemmeno ad agosto: 58 per cento.
In generale, evidenziano dal Censis, gli italiani vanno verso verso un ridimensionamento dello stile di vite, che riguarda anche le famiglie con reddito alto. Un quarto degli intervistati indica di aver rinunciato a cose essenziali a causa del clima di crisi (era il 17% nella rilevazione effettuata a inizio anno), così come raggiunge il 51% la parte del campione che ha indicato di contrastare la crisi riducendo gli sprechi. In questo contesto di riorganizzazione del budget familiare, il 60,4% ha ridotto i pranzi e le cene fuori casa, il 58,5% ha intensificato gli acquisti di prodotti a marca commerciale, il 56,9% ha diminuito le spese per svago e il 46,7% ha intensificato il ricorso all'hard discount.
Una curiosità, infine, sulle insolvenze per i mutui, che, un pò a sorpresa, risultano in calo. A giugno 2010, sono solo lo 0,8% le famiglie italiane che non hanno pagato le rate, mentre a gennaio di quest'anno erano il 2,5 per cento. Un dato positivo, se si considera come, a oggi, le famiglie che hanno un mutuo da pagare sono il 18,2% del totale.