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Questo articolo è stato pubblicato il 23 luglio 2010 alle ore 17:30.
Per capire quanto il 44° presidente degli Stati Uniti D'America giudichi cruciale la lotta al crimine informatico basta fare un nome: il generale Keith Alexander, veterano di guerra pluridecorato che Barack Obama ha voluto alla guida del "Cyber Command", la divisione del Pentagono destinata a garantire la sicurezza delle reti informatiche. Per il "commander in chief" delle forze armate Usa il cybercrime è alla stregua dell'Afghanistan e dell'Iraq.
Tanto che uno dei primi provvedimenti del presidente è stato quello di rafforzare la divisione cibernetica del Pentagono, assegnandole 30mila uomini in più. Risultato: Alexander comanda 90mila "soldati digitali" impegnati a contrastare gli hacker, ma anche agenzie di intelligence straniere e gruppi terroristici che hanno scelto la rete per sferrare nuovi attacchi agli Stati Uniti d'America.
Obama ne è consapevole tanto che, appena eletto, chiese al suo staff e alle strutture competenti una ricognizione dettagliata del sistema di difesa Usa contro gli attacchi informatici. Ma la lotta al cybercrime nel paese che lo aveva designato alla guida della Casa Bianca era già cominciata nel 1998 quando, all'interno dell'executive office del presidente, fu creata una struttura di coordinamento per prevenire eventuali attacchi contro le infrastrutture informatiche del paese. Poi, tra il 2003 e il 2007, il pallino della lotta ai pirati informatici è stato assegnato al dipartimento della sicurezza interna. Lo stesso che si occupa di proteggere il territorio americano da attacchi terroristici o disastri naturali.
Così il bilancio consegnato al presidente americano ha sottolineato la validità del sistema, ma ha anche suggerito dei correttivi. A cominciare dalla necessità di un coordinatore dedicato al controllo di tutte le attività di contrasto ai crimini digitali. Per passare poi all'importanza di un approccio multilaterale al problema, incentrato su una forte collaborazione con gli altri Paesi.
Obama ha raccolto i suggerimenti degli esperti e ha subito nominato un coordinatore della sicurezza informatica. Una figura già presente nell'apparato di difesa americano, ma assolutamente nuova nella collocazione. Perché il presidente ha voluto che il neocoordinatore Howard Schmidt entrasse a far parte del consiglio di sicurezza nazionale, la struttura che supporta la Casa Bianca nella difesa del territorio da qualsiasi attacco esterno. Da qui Schmidt può coordinare l'intero sistema lasciando all'Fbi (Federal Bureau of Investigation) il compito di stanare il crimine sul web. A questo Obama ha poi affiancato il Cyber Command cui spetta la direzione delle operazioni e della difesa delle reti informatiche indicate dal ministero della Difesa.