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Questo articolo è stato pubblicato il 24 luglio 2010 alle ore 16:14.
Una «guerra santa» come rappresaglia alle esercitazioni militari di Stati Uniti e Corea del Sud di questo fine settimana ricorrendo al «deterrente nucleare». Lo ha dichiarato nella notte l'agenzia ufficiale nordcoreana Kcna, che cita la Commissione per la Difesa nazionale e fa sapere che la Corea del Nord potrebbe essere costretta a una rappresaglia contro questi due Paesi, che hanno intrapreso esercitazioni «sconsiderate». Domenica, infatti, partiranno le esercitazioni militari di Stati Uniti e Corea del Sud nel Mare del Giappone con l'intento di mettere pressione alla Corea del Nord, accusata di aver affondato a marzo la corvetta sudcoreana Cheonan in cui hanno perso la vita 46 marinai sudcoreani.
Nello stesso comunicato, il regime comunista ha di nuovo smentito di essere dietro l'affondamento di una nave da guerra sudcoreana a marzo. Un gruppo di inquirenti guidato dalla Corea del Sud ha, invece, concluso a maggio che fu un sottomarino nordcoreano a causare con un siluro l'affondamento del Cheonan e la morte di 46 marinai.
«Tutte queste manovre di guerra non sono nulla altro che pure provocazioni destinate a soffocare la Repubblica democratica popolare di Corea con la forza delle armi», ha aggiunto l'agenzia. «L'esercito e il popolo della Repubblica democratica popolare di Corea si opporranno in maniera legittima con la loro potente dissuasione nucleare alle più importanti esercitazioni di guerra nucleare mai organizzate dagli Stati Uniti e dalle forze dei burattini sudcoreani», ha minacciato l'agenzia Kcna. «L'esercito e il popolo della Repubblica democratica di Corea scateneranno una guerra santa di ritorsione con lo stesso loro stile, basata su un deterrente nucleare, ogni volta che sarà necessario allo scopo di contrastare gli imperialisti americani e le forze-marionetta sudcoreane che spingono deliberatamente la situazione sull'orlo della guerra».
La reazione degli Usa. Dagli Stati Uniti, tuttavia, l'intenzione è di proseguire con il programma di esercitazioni. Il portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Philip Crowley ha dichiarato che gli Usa «non sono interessati a una guerra di parole» con la Corea del Nord. Lo stesso ha invitato il governo di Pyongyang «a evitare parole di provocazione» e procedere verso «azioni più costruttive».