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Questo articolo è stato pubblicato il 25 luglio 2010 alle ore 19:27.
«Berlusconi non farà mancare i voti necessari al federalismo, del resto Lega e Berlusconi sono quasi tutti i voti del Parlamento». Il leader della Lega e ministro delle Riforme, Umberto Bossi ha risposto così a una domanda sulle tensioni tra il premier e il presidente della Camera, Gianfranco Fini, a margine dell'inaugurazione di una sede del Carroccio. «Io posso mettere una buona parola, ma quando due litigano è difficile ed è meglio non mettersi troppo in mezzo». Comunque «lo portiamo a casa il federalismo, perché sono tanti partiti che vogliono dare il federalismo e partecipare alla partita». Giovedì 22 lgulio è arrivato il primo via libera del Consiglio dei ministri al decreto attuativo del federalismo fiscale sui fabbisogni standard di comuni e province.
Tremonti dopo il Cavaliere? Per Bossi non accadrà.«Tremonti è molto bravo è uno che dà del tu all'economia a differenza di molti altri che pure hanno fatto il premier e che però non ci capivano un accidenti, tanto che hanno favorito le imprese che andavano a delocalizzare e ci hanno fatto perdere posti di lavoro». Bossi non vede nel ministro dell'Economia uno che lavora dietro le quinte. «Tremonti è una persona d'onore, uno che mantiene la parola e non farà uno sgarro a Berlusconi».
Anche ieri sera Bossi aveva parlato del federalismo ribadendo che «la Padania si farà» e attaccando duramente i giornalisti. «Ci sono alcuni giornalisti che pregano perchè non cambi nulla, e perchè il Paese resti così com'è - ha detto - e inventano le cose dietro pagamento. Speriamo che non ci sia gentaglia come loro nella Padania libera».
Bossi ieri sera aveva anche parlato delle divisioni all'interno del partito. «Nella Lega Nord non c'è casino, va tutto bene e nessuno avrà la soddisfazione di vederci litigare». Il Senatur ha cetto «abbiamo un programma troppo grande, la libertà della Padania, e chi litiga lo sbatto fuori», ha aggiunto.
Lapidario il Senatur parlando dell'ipotesi di nomina a ministro per lo Sviluppo economico del viceministro Paolo Romani . «La decisione su chi sarà il nuovo ministro allo Sviluppo Economico spetta a Berlusconi».
Sul progetto Fiat di spostare in Serbia alcune produzioni ha detto che non ritiene «che la decisione di delocalizzare la produzione Fiat sia una cosa improvvisa, Marchionne l'avrà studiata bene e il governo serbo gli dà i soldi». E ha ricordato che Cota, presidente della Regione Piemonte domani o dopodomani aprirà un tavolo con la Fiat. «Penso che possa tirare fuori qualcosa di positivo. Il problema principale è il lavoro. La delocalizzazione è iniziata sotto il governo Prodi». (N.Co.)