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Scontro tra Tremonti ed enti locali. Il decreto sul federalismo blocca i fondi a comuni e province che non collaborano

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Questo articolo è stato pubblicato il 22 luglio 2010 alle ore 12:02.

È arrivato il primo via libera del Consiglio dei ministri al decreto attuativo del federalismo fiscale sui fabbisogni standard di Comuni e Province. Il testo ora passerà all'esame della Conferenza Stato-Regioni e della commissione bicamerale per il federalismo fiscale per poi tornare dopo l'estate in Cdm per il via libera definitivo. Si tratta del secondo decreto legislativo della delega sul federalismo fiscale.

Il testo prevede il blocco ai fondi per i comuni e per le province che non collaborano all'attuazione del federalismo. La Sose (Società per gli studi di settore), infatti, potrà chiedere ai comuni e alle province di fornire, entro 60 giorni, tutti i dati necessari alla definizione dei fabbisogni standard. Chi non dovesse collaborare sarà «sanzionato con il blocco, sino all'adempimento dell'obbligo, dei trasferimenti a qualunque titolo erogati».

Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti ha rassicurato sui tempi del decreto per l'autonomia fiscale degli enti locali che oggi hanno bocciato all'unanimità i tagli alla manovra: arriverà entro fine mese «nel rispetto dell'accordo firmato con i Comuni». Dunque non ci saranno slittamenti oltre la data prevista del 31 luglio. Anche se «non è facile» e sarà «da scrivere molto meglio». Il ministro ha anche annunciato che si sta studiando «la cedolare secca sugli affitti, pensiamo di dare un grande recupero di gettito ai comuni (si legga l'intervista doppia ai sindaci di Bergamo e Crotone)».

Per il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli in questo modo i trasferimenti dello Stato agli enti locali non avverranno più con il criterio della spesa storica. «Oggi si mette la parola fine al criterio della spesa storica. Si interrompe quel vizio del nostro Paese che aveva trasferito risorse non in base alle effettive esigenze ma sulla base della spesa storica, così chi più spendeva, e male, più riceveva. Questo ha determinato sperequazione nei trasferimenti che non ha una logica se non le motivazioni politiche dei vari governi».

Il problema, assicura Calderoli, «è stato affrontato in maniera molto seria: i fabbisogni standard sono costruiti interloquendo con Comuni e Province, e con la Sose spa per ricavare effettivamente gli indicatori di riferimento per la valutazione dell'azione pubblica». Un terzo delle funzioni con le relative risorse verranno trasferite nel 2011, un terzo nel 2012, e nel 2013 si completa l'operazione: «L'andata a regime avverrà entro tre anni».

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Intanto sul federalismo il presidente della conferenza delle regioni, Vasco Errani, è tornato a chiedere un percorso organico che coinvolga le autonomie. «Vogliamo aprire subito un confronto sul federalismo fiscale, vogliamo accelerare ma in un percorso trasparente con una discussione preventiva sui decreti attuativi». Le regioni chiedono di «partecipare alla discussione» anche di questo provvedimento che riguarda comuni e province «convinti che sia importante, ma deve entrare in modo coordinato nell'impianto generale». Per il governatore dell'Emilia Romagna, «la legge 42 prevede che la perequazione deve essere fatta dalle regioni che é fondamentale perché l'impianto sia sostenibile». Altrimenti, avverte, «il federalismo rischia di non reggere e non si possono fare errori su una partita così decisiva».

Le Regioni, ha detto il ministro dell'Economia, «scenderanno dai grattacieli e torneranno al tavolo». Per Tremonti «l'atteggiamento allegro e sereno del presidente Errani dimostra che la realtà è un po' diversa da quella che si è voluta forzare. Noi con la municipale - ha aggiunto riferendosi alla futura imposta unica - stiamo con i campanili. Le Regioni sono un po' più lontane, scenderanno dai grattacieli e torneranno al tavolo».

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