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Questo articolo è stato pubblicato il 26 luglio 2010 alle ore 13:17.
La guerra va male? Lo sapevamo già. I servizi pakistani aiutano al Qaeda? Non solo lo sapevamo ma ne avevamo già prima la certezza: basta leggere le interviste agli agenti pakistani dell'Isi sui loro rapporti con Bin Laden. Ci sono più vittime civili di quanto non sia stato detto? Questo è uno dei motivi per cui gli americani sono impopolari e i talebani fanno ancora proseliti. Ma come vengono fuori questi rapporti segreti militari degli americani? Qualche talpa, degli abili esperti di crittografia che violano i codici riservati? Oppure, più semplicemente, questi documenti sono stati fatti filtrare con l'obiettivo di attirare con clamore l'attenzione dell'opinione pubblica su quello che l'amministrazione ufficialmente non può dire.
La prima questione: non c'è una via d'uscita a breve dall'Afghanistan perché bisogna stare lì, a tenere sotto controllo il Pakistan, potenza nucleare musulmana di 150 milioni che non vuole cedere la sua influenza su Kabul ed è il maggior referente dei gruppi radicali islamici sunniti. Islamabad viene trattato da pseudo alleato ma in realtà è anche un avversario degli Stati Uniti.
La seconda: l'unica exit strategy è la gestione regionale del conflitto. Senza un'intesa con gli Stati confinanti, il Pakistan e l'Iran prima di tutti gli altri, non si trova una soluzione politica al conflitto. Insomma bisogna trattare con il diavolo per venire a capo della guerriglia.
Ma qual è la soluzione? Bisogna offrire al Pakistan, almeno in parte, le stesse garanzie politiche e militari che gli Stati Uniti hanno dato all'India. Per il Pakistan che ha perso il Kashmir, l'Afghanistan rappresenta la profondità strategica, una retrovia essenziale, popolata da una maggioranza pashtun. Se non si possono modificare i confini della Linea Durand (mai riconosciuta da nessun governo afghano, neppure dai talebani), il Pakistan pretende che a Kabul ci sia un governo non ostile, mentre quello di Karzai è troppo amico dell'India. Questo è il prezzo per mollare Bin Laden e Al Qaeda. Lo stesso discorso vale per l'Iran che usa gli insorti per tenere sotto pressione gli americani: con Teheran serve un negoziato, a meno che non si voglia tentare di risolvere con una guerra questioni come il nucleare, l'Afghanistan, l'Iraq, il Libano, la Palestina. Gli americani da trent'anni stanno girando intorno al problema delle relazioni con l'Iran con i modesti risultati che abbiamo visto.