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Economia Aziende

A Pomigliano lavori già iniziati

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Questo articolo è stato pubblicato il 30 luglio 2010 alle ore 08:02.

TORINO - L'incontro romano di due giorni fa tra il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, e l'amministratore delegato del gruppo Fiat, Sergio Marchionne, ha cambiato il copione del tavolo di ieri tra Fiat e sindacati. Così la lettera di disdetta dal contratto nazionale dei metalmeccanici e dal sistema confindustriale preparata dai rappresentanti del Lingotto è stata letta, ma spiegando che è in stand by per un paio di mesi, in attesa di verificare se ci sono le condizioni per raggiungere un'intesa con Confindustria che permetta deroghe al contratto evitando la disdetta. Se la prima carta in tavola è stata "congelata", il messaggio che ha aperto i lavori, in serbo già da tempo, è stato invece inviato con forza ai sindacalisti: l'accordo aziendale sui permessi sindacali di tutta Fiat Group Automobiles è disdettato ed entro l'anno dovrebbe esserne definito uno nuovo che ridurrà le ore di permessi.
All'uscita dal primo tavolo Enzo Masini, responsabile auto della Fiom, ha ribadito che «quello delle deroghe al contratto nazionale non è un terreno praticabile. Ci sono le condizioni per affrontare i problemi di flessibilità e raffreddamento del conflitto. Dobbiamo costruire insieme un meccanismo». Dall'incontro però arriva la conferma che «Fiat pensa che il modello Pomigliano debba valere per tutti e conferma l'idea che sia stata una prova generale. Su questo non li seguiamo», continua Masini. Al contrario il responsabile auto della Uilm, Eros Panicali, dice «di aver ribadito alla Fiat la disponibilità fino a un massimo di 18 turni, a una nuova organizzazione del lavoro e alla flessibilità per i picchi di mercato» e che i negoziati partiranno «a settembre da Mirafiori per raggiungere accordi che non saranno una fotocopia di quello di Pomigliano». Le intese quindi dovrebbero essere fatte stabilimento per stabilimento.
Fiom mantiene la linea dura e all'apertura del secondo tavolo in cui l'azienda ha illustrato lo stato di avanzamento dei lavori di Pomigliano, Masini ha lasciato l'Unione degli industriali dove si teneva l'incontro. Intanto però al Giambattista Vico sono stati aperti i cantieri per la nuova Panda, con lo spostamento della linea della 159 su quella della 147, la preparazione sulla linea della 159 di quella della nuova Panda, l'aggiornamento della lastratura e della verniciatura e a Torino l'azienda spiega ai sindacati le tappe appena compiute e quelle da compiersi a breve.

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Tags Correlati: Automobiles | Confindustria | Emma Marcegaglia | Enzo Masini | Ergom | Eros Panicali | Fabbrica Italia Pomigliano | Fiat | Fim Uilm | Fismic | Giambattista Vico | Imprese | Napoli (squadra) | Sergio Marchionne

 

Per gestire l'accordo sottoscritto da Fiat e da Fim Uilm e Fismic è stata costituita «la newco Fabbrica Italia che non sarà iscritta all'Unione degli industriali di Napoli», spiega Roberto di Maulo, segretario della Fismic. Della newco, controllata da Fiat Partecipazioni, faranno parte anche i mille dipendenti della Ergom, azienda dell'indotto Fiat. Per le prime assunzioni nella newco Fabbrica Italia Pomigliano che applicherà il contratto sottoscritto il 15 giugno da Fim, Uilm e Fismic, bisognerà aspettare il 2011 quando inizierà la produzione della nuova Panda. A governare il passaggio dal Giambattista Vico a Fabbrica Italia sarà la cessione di contratto individuale: la società cedente passerà il contratto di lavoro, oltre che l'anzianità e il pregresso del dipendente, alla società ricevente e in questa operazione richiederà l'assenso del lavoratore che dovrà quindi firmare una nuova lettera di assunzione. Chi non firma resterà in cassa integrazione, per poi andare in mobilità e perdere il posto di lavoro.

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