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Questo articolo è stato pubblicato il 30 luglio 2010 alle ore 18:32.
Futuro e libertà, il nuovo gruppo dei finiani alla Camera è ufficialmente nato. Ne fanno parte 33 deputati. A Palazzo Madama le cose invece vanno un po' per le lunghe, perché i senatori hanno tempo fino a martedì per presentare le dimissioni dal gruppo Pdl. Ma problemi non ce ne sono, dice Giuseppe Valditara e al Senato sono pronti a fare il passaggio nel nuovo gruppo poco più di una decina di colleghi. I gruppi continueranno ad appoggiare il presidente del Consiglio, assicura il senatore finiano, le cui critiche per lo show down di giovedì sera vanno all'ufficio di presidenza del partito.
«Si è trattato di un fatto gravissimo. Non è mai accaduto dalla caduta del fascismo nella storia repubblicana un atto così grave. Il cofondatore del Pdl è stato di fatto cacciato dal partito per aver espresso delle opinini su alcune decisoni assunte dai vertici del partito stesso. Mi chiedo se il Pdl possa ancora fare riferimento alla libertà come valore principale. Si è arrivati addirittura a definire incompatibile Gianfranco Fini con il partito. Mi ricorda un poco quando nel vecchio Pcus sovietico si diceva che se un appartenente al partito era fuori dalla linea era praticamente espluso dal partito. Erano metodi che ritenevo non appartenessero più alla storia delle democrazie occidentali».
Immaginava di arrivare a uno scenario di questo tipo?
«Francamente no. Soprattutto dopo le ultime dichiarazioni di Fini pubblicate da diversi organi di stampa. Penso in particolare all'appello-intervista rilasciato a Il Fogliodove il presidente della Camera prospettava un patto di legislatura con una serie di proposte politiche molto concrete, tutte nello spirito del documento fondativo del Pdl e del programma elettorale. Era la proposta di una tregua, nell'interesse del paese e dello stesso Pdl, a Silvio Berlusconi per una collaborazione. La risposta è stata invece l'abiura».
E per il futuro? Qualcuno pensa a elezioni anticipate, altri a un governo tecnico.
«Noi continueremo ad appoggiare il governo, perché per questo siamo stati eletti. Poi bisognerà vedere come si comporterà nei nostri confronti, quali saranno l'atteggiamento e la disponibilità ad accettare la nostra collaborazione. Ma tutti i parlamentari che aderiranno ai gruppi finiani, sia alla Camera che al Senato, continueranno ad auspicare una collaborazione fra le forze del centrodestra per risolvere i problemi del paese.Se questo sarà possibile bene, se ci sbatteranno la porta in faccia ne prenderemo atto».