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Questo articolo è stato pubblicato il 01 agosto 2010 alle ore 15:42.
Nella prima domenica di agosto in cui la politica non sembra aver alcuna voglia di andare in vacanza e i giornali danno titoli opposti sulle intenzioni di Berlusconi («Niente voto anticipato, si continua così» e anche «Non escludo le elezioni»), Gianfranco Fini fa sapere di avere «idee chiarissime» su una delle questioni che hanno messo in difficoltà il premier.
Attraverso il suo portavoce Fabrizio Alfano, il presidente della Camera diffonde una nota in cui precisa che che ha «idee chiarissime» sulla mozione di sfiducia delle opposizioni che si discute martedì nei confronti del sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo, sotto inchiesta nell'indagine sulla P3, una vicenda di corruzione e violazione della Legge Anselmi sulle società segrete in cui è coinvolto anche il coordinatore nazionale di Forza Italia Denis Verdini (che ha negato ogni addebito in una conferenza stampa).
Nella nota il portavoce di Fini ha chiarito che il presidente della Camera discuterà queste idee «con il suo gruppo un attimo prima dell'eventuale voto sulla mozione di sfiducia». È però possibile che la mozione di sfiducia a Caliendo non venga messa questa settimana in votazione in aula alla Camera nello spazio riservato alle opposizioni e alle loro richieste. Due ipotesi: la prima è che il sottosegretario Caliendo si dimetta dal governo prima del voto parlamentare. La seconda è che il governo decida di non far proseguire oltre i lavori di aula a Montecitorio.
Nulla però è ancora detto. Domani alle 18, infatti, Fini ha convocato la conferenza dei capigruppo della Camera proprio per decidere se stilare un calendario di lavori anche ad agosto oppure no. Al momento erano previste sedute fino al 31 luglio. Ma sono ancora da convertire in legge due decreti del governo (Tirrenia sul trasporto marittimo e nucleare e energie rinnovabili). Scontato il sì dell'opposizione ai lavori la prima settimana di agosto per votare su Caliendo, se il governo annuncerà il ritiro dei decreti e la decisione di lasciarli decadere, la maggioranza avrà buon gioco a votare contro un nuovo calendario di agosto, rinviando il voto a settembre.
Nel pomeriggio arrivano le dichiarazioni di Casini, Rutelli e Bersani. In un'intervista a Sky tg24 il leader dell'Udc risponde a Umberto Bossi che lo accusa di complotto e ricorda «la favola dei Puffi dove Gargamella preparava sempre complotti con le bombe e poi gli scoppiavano in testa. Stanno facendo tutto loro - osserva - avevano cento deputati di differenza...». Casini ribadisce la sua proposta di un governo di unità nazionale sostenendo che è utile al paese. «Se poi Berlusconi vuole continuare con queste scorciatoie cercando con la pubblicità di far passare un' immagine non vera perché il governo è paralizzato, questo è un problema suo». Arriva anche la proposta del segretario del Pd Bersani: «Un governo di transizione, non un ribaltone, a tempo limitato, per fare una nuova legge elettorale che dia lo scettro ai cittadini e alcune misure per l'economia, è la più sensata». Proposta accolta dal leader dell'Api Rutelli che «condivide» Bersani: «Un governo di mera transizione dovrebbe affrontare solo la modifica della legge elettorale, per evitare che si sprechino altri anni di mancate riforme a causa di maggioranze e coalizioni disomogenee e incoerenti».