Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 05 agosto 2010 alle ore 14:33.
Accelera il rafforzamento dei prezzi del grano sul mercato delle materie prime di Chicago, dopo che la Russia ha annunciato una temporanea sospensione delle esportazioni (per una quantità pari a 600mila tonnellate) a seguito dei cali produttivi causati dalla protratta siccità nel paese. Lo ha annunciato oggi il premier Vladimir Putin.
«Ritengo corretto introdurre un bando temporaneo sulle esportazioni dal territorio della Federazione russa di frumento e altri prodotti agricoli derivati dal grano», ha detto il capo del governo di Mosca, durante una riunione dell'esecutivo. A causa della siccità, Mosca ha dovuto abbassare le previsioni sul raccolto, a 70-75 milioni di tonnellate, rispetto ai 90 milioni attesi in precedenza. E gli analisti non escludono un ulteriore ridimensionamento.
La questione della produzione di Russia e degli altri paese dell'area del Mar Nero aveva già innescato nei giorni scorsi forti rialzi dei prezzi internazionali del grano, su un mercato già teso a causa di diminuzioni produttive da un altro grande esportatore, il Canada. Negli scambi di preapertura a Chicago i futures sul grano balzano di 59 cents, l'8,16 per cento in più rispetto a ieri, a quota 7,85 dollari al bushel (l'unità di misura locale), top da 23 mesi.
In poco più di un mese, nel corso di luglio i prezzi internazionali del grano sono cresciuti del 50 per cento circa: non accadeva da quasi 40 anni. La situazione ha animato timori tra gli operatori che si possa innescare una corsa agli acquisti da parte dei paesi importatori, prevalentemente di Africa e Medio Oriente. Alcuni effetti calmieranti derivano invece dal fatto che le scorte globali sono a livelli elevati.
Quanto alla situazione che ha determinato il boom dei prezzi del grano sui mercati, è salito a cinquanta il numero di morti provocati dagli incendi che funestano la Russia. Il paese è statao colpito da un caldo torrido, con temperature record, una condizione climatica che ha favorito lo scoppio di incendi nelle regioni centrali e occidentali. La colonnina di mercurio è arrivata fino a 38 gradi a Mosca. Il Ministero delle situazioni di emergenza ha riferito che sono quasi seicento i fronti ancora attivi, la maggior parte concentrata nella porzione europea del territorio nazionale, verso occidente. Quasi 200.000 ettari di terreno, in gran parte foreste, sono tuttora in balia delle fiamme.