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Questo articolo è stato pubblicato il 15 agosto 2010 alle ore 15:11.
Un blitz aereo che lo scorso 25 maggio, nella remota provincia desertica di Marib, nello Yemen, uccise diversi uomini considerati legati ad Al Qaeda, costò la vita anche al locale vicegovernatore provinciale che, si disse allora, stava trattando la resa di quegli uomini.
Il governo yemenita del presidente Ali Abdullah Saleh ne assunse la responsabilità e pagò un riscatto in denaro ai capi tribali locali per quell'errore. Oggi, secondo quanto scrive il New York Times, emerge che quella fu un'operazione segreta condotta dai militari statunitensi.
Il giornale, che cita fonti ufficiali dell'Amministrazione Obama, dice che quell'operazione, la quarta di quel tipo dallo scorso dicembre, apre uno squarcio su quella che definisce la «guerra invisibile» di Barack Obama contro il terrorismo qaidista e i suoi alleati. Guerra, dice il Nyt, che coinvolge su per giù una dozzina di Paesi, dal Nord Africa al Pakistan, dalla Penisola arabica alle ex repubbliche sovietiche dell'Asia centrale.
Una guerra, dice infine il giornale Usa, condotta da Washington sottotraccia, utilizzando i droni telecomandati, operazioni di commandos, impiegando contractor come spie e addestrando personale locale per inseguire e colpire i terroristi.
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