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Questo articolo è stato pubblicato il 17 agosto 2010 alle ore 19:36.
Dopo lo strano caso dello scienziato nucleare iraniano Shahram Amiri, la guerra segreta in atto da anni tra Teheran e i suoi avversari si arricchisce di un nuovo capitolo con la misteriosa morte di Reza Baruni, ingegnere aeronautico e padre del ricco programma di velivoli teleguidati iraniani.
Baruni è morto a inizio agosto nell'esplosione della sua villa, peraltro presidiata dai servizi di sicurezza e blindatissima. Ufficialmente l'esplosione è stata attribuita a una fuga di gas, ma secondo indiscrezioni provenienti dall'intelligence israeliano e rese note dal sito Debka le cause potrebbero essere ben altre anche perché le esplosioni sarebbero state almeno tre e tutte ad alto potenziale: L'intero edificio è stato devastato.
L'ingegnere abitava ad Awhaz, nella provincia meridionale a maggioranza araba del Khuzestan interessati da anni da un'intensa guerriglia condotta da separatisti arabi che secondo Teheran godono dell'appoggio delle monarchie sunnite del Golfo e degli Stati Uniti.
Debka, sito web molto vicino ai servizi segreti israeliani, cita fonti d'intelligence riservate e ipotizza un possibile ruolo degli Stati Uniti nella vicenda, anche se le autorità di Teheran sembrano aver concentrato le indagini sulla pista che porta ai ribelli del del Khuzestan, già in passato protagonisti di attentati contro le autorità iraniane e i servizi segreti dei Paesi del Golfo.
Secondo le fonti israeliane questi ultimi potrebbero aver agito su indicazioni dell'intelligence statunitense, forse l'unica in grado di intercettare i movimenti di Baruni grazie ai satelliti. Il ruolo e gli spostamenti del progettista erano noti solo a poche persone nell'ambito del governo, del ministero della Difesa e dello stato maggiore dell'Aeronautica iraniana. Cinque mesi or sono il segretario alla Difesa americano Robert Gates, intervenendo davanti a una commissione del Senato Usa, aveva lanciato l'allarme sui «Paesi come l'Iran che stanno costruendo dei droni».
Secondo Gates, gli aerei senza pilota sono «motivo di preoccupazione perché potrebbero crearci difficoltà in Iraq e Afghanistan». Le parole di Gates erano la risposta di Washington alle dichiarazioni rilasciate a febbraio dal vice capo dell'Aviazione iraniana, Aziz Nasirzadeh, che aveva annunciato che l'Iran aveva testato con successo il primo prototipo di aereo senza pilota costruito interamente nella Repubblica Islamica.