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Questo articolo è stato pubblicato il 17 agosto 2010 alle ore 18:49.
REGGIO CALABRIA. Torna a rivestire un incarico istituzionale dopo parecchi anni, Irene Pivetti: l'ex presidente della Camera più giovane della storia repubblicana e conduttrice di programmi tv anche discussi come Bisturi, ex big della Lega Nord e poi star patinata che ai tailleur ha preferito borchie e acconciature eccentriche. Riemerge in modo singolare: da assessore esterno (con probabile delega alla Valorizzazione dell'immagine della città) al Comune di Reggio Calabria, attanagliato in una grave crisi politica.
Già questo suona come un paradosso: un'ex bossiana-vandeana "ingaggiata" dal primo cittadino Giuseppe Raffa in riva allo Stretto, dove peraltro già un paio d'anni fa la Pivetti s'era vista per un talk show, protagonista fra gli altri il sindaco del tempo e oggi presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, organizzato dall'inossidabile Lele Mora. E poi, qualcuno si sarà ricordato dei suoi trascorsi nell'Udeur.
Non è comunque la sola anomalia, nella tormentata gestazione della crisi a Palazzo San Giorgio. Anzi. Raffa, ex forzista con un passato nella Margherita, è diventato sindaco facente funzioni in quanto vice proprio di quello Scopelliti che, una volta eletto presidente della Giunta regionale superando di un enorme 25% l'uscente Agazio Loiero (centrosinistra), dopo otto anni ha dovuto mollare lo scranno di sindaco di Reggio Calabria.
Ebbene, il succo dello scontro di questi giorni è un braccio di ferro Raffa-Scopelliti: 30 fedelissimi del neo governatore fra consiglieri e assessori comunali hanno inviato una lettera aperta "di fuoco" al primo cittadino, sfiduciandolo pubblicamente per aver rimosso due consulenti (Pasquale Melissari e l'ex presidente provinciale di An ed ex city manager Franco Zoccali) di provata fede scopellitiana, al punto che il presidente della Regione, nei mesi scorsi, ne ha fatto rispettivamente il commissario di Calabria Lavoro e il dirigente generale del Dipartimento Presidenza. Di qui le immediate dimissioni di Raffa, rientrate giusto stamane, con l'azzeramento del suo esecutivo (a eccezione di tre componenti che non firmarono il "documento dei 30") e la nomina di tre nuovi assessori esterni (Pivetti inclusa).
Non basta. Raffa, all'inizio della crisi, ha ricevuto la "benedizione" del presidente della Camera Gianfranco Fini (fondatore di Futuro e libertà ma pure antico mentore di Scopelliti, che nominò presidente nazionale del Fronte della gioventù). Giusto lunedì sera, il coordinatore del Pdl Denis Verdini aveva intimato a Raffa di ritirare le dimissioni senza modificare il suo esecutivo: se il partito (messo clamorosamente fuori giunta) ne osteggiasse il percorso, potrebbe forse diventare il primo sindaco pdl "transfuga" in Fli. E ancora: a smentire il diktat di Verdini, il coordinatore nazionale Enti locali del Pdl Mario Valducci ha appena rilasciato una nota d'approvazione per il "Raffa-bis". Chi ci capisce è bravo.