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Questo articolo è stato pubblicato il 18 agosto 2010 alle ore 10:47.
Una maxi evasione di 91 milioni di euro è stata scoperta dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Venezia, che ha accertato un particolare sistema di frode fiscale realizzato nell'ambito della commercializzazione di opere d'arte attraverso il «sistema delle televendite». I finanzieri hanno verificato omesse fatturazioni e dichiarazioni di redditi e Iva ad alcuni dei principali operatori del settore delle televendite di arte, consentendo di scoprire ricavi non dichiarati al fisco, oltre ai 91 milioni di euro, anche di altri 55 milioni di Irap e 18 milioni di euro per violazione all'Iva.
Gli oggetti venduti venivano accompagnati da una documentazione che però non aveva alcun valore fiscale. Le indagini sono state avviate dopo una serie di denunce e hanno consentito, tra l'altro, di accertare anche l'omesso versamento alla Siae di oltre 2 milioni di euro. Quattro sono state le verifiche, delle quali una nei confronti di un pensionato «evasore totale» sprovvisto di partita Iva e della documentazione contabile e fiscale dell'attività che, tra il 2004 e il 2009, ha fatto incassare oltre 9 milioni di euro mai dichiarati al fisco.
Il pensionato era un ex corniciaio che nel corso della sua attività era entrato in contatto con il pittore Emilio Vedova, che gli aveva donato alcune delle sue opere. L'ex corniciaio le aveva poi vendute in nero, dando vita a una vera e propria attività di commercio parallela.
Le fiamme gialle hanno individuato anche nove evasori paratotali. Sono ancora al vaglio le analisi sulle varie operazioni commerciali nei confronti dei clienti e i fornitori sparsi su tutta l'Italia.